Il paracetamolo è considerato il rimedio analgesico più sicuro disponibile durante la gravidanza, ma ricerche precedenti hanno individuato evidenze di una serie di possibili esiti sfavorevoli per i neonati esposti al farmaco durante la gestazione.
La recente indagine ha seguito numerosi bambini, raccogliendo dati sulle loro esposizioni chimiche prenatali. I dati hanno evidenziato un collegamento tra una maggiore esposizione al paracetamolo durante la gravidanza e ritardi nello sviluppo del linguaggio nei bambini.
Alcuni studi precedenti non hanno riscontrato alcuna correlazione tra l’impiego di paracetamolo in gravidanza e l’attenzione o il comportamento durante l’infanzia, mentre altre indagini, spesso più estese, hanno identificato legami tra un uso più frequente del farmaco durante la gravidanza e problematiche comportamentali e legate all’attenzione.
La maggior parte di queste precedenti ricerche è stata condotta su bambini più grandi, intervistando le partecipanti incinte sul consumo di paracetamolo al massimo una volta per trimestre.
La scoperta chiave della nostra ricerca è che, con l’aumento dell’uso di paracetamolo tra le partecipanti in gravidanza, specialmente durante il secondo trimestre, i loro bambini hanno manifestato più difficoltà legate all’attenzione e al disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
I risultati non suggeriscono che i bambini soffrano effettivamente di ADHD o che riceveranno tale diagnosi in un secondo momento.
Tuttavia, sembra che abbiano più problemi di attenzione rispetto ai coetanei della stessa età che sono stati meno o non sono stati affatto esposti al paracetamolo durante la gestazione.
Sono necessarie ulteriori indagini per stabilire se un impiego più frequente di paracetamolo durante il secondo trimestre di gravidanza possa avere implicazioni particolarmente problematiche per lo sviluppo cerebrale.