Proseguono le attività di ricerca in Antartide a Concordia e sulla nave Laura Bassi. È in corso presso la base italo-francese Concordia, a 3.300 metri di quota sul continente antartico, la 19ª campagna invernale del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca e gestita dall’Enea per l’organizzazione e la logistica.
Nei prossimi mesi, 12 ricercatori saranno selezionati dai membri italiani e francesi del Pnra e dell’Ipev per trascorrere nove mesi in completo isolamento. La stazione sarà irraggiungibile a causa delle temperature esterne proibitive, che possono scendere fino a -80°C. Durante questi mesi verranno condotti studi sul clima, sulla glaciologia, sulla fisica e la chimica dell’atmosfera e sulla biomedicina, oltre a varie attività di manutenzione della stazione.
Dopo la chiusura della base Zucchelli, le attività di ricerca continuano non solo a Concordia, ma anche a bordo della nave Laura Bassi, impegnata nella sua seconda campagna oceanografica nel Mare di Ross. La rompighiaccio italiana, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs), ha realizzato nei giorni scorsi un record mondiale toccando il punto più meridionale dell’emisfero raggiungibile via nave.
Gli studi sono incentrati sulla geofisica e sui rilievi idrografici, con ricerche condotte congiuntamente all’Istituto Idrografico della Marina Militare.
La 38a spedizione in Antartide è stata un successo, anche se non priva di contrattempi.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito della 38ª spedizione, che ha segnato una serie di successi per la ricerca italiana in Antartide, nonostante contrattempi e difficoltà impreviste”, commenta Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide dell’Enea. “L’impossibilità di atterrare nei pressi della Stazione Mario Zucchelli, a causa del ridotto spessore del ghiaccio marino, ci ha costretto a riprogrammare buona parte delle attività della campagna ma, allo stesso tempo, – spiega Campana – ha accelerato il primo atterraggio sulla pista semi-preparata su morena, per la quale l’Enea lavorava da anni insieme all’Aeronautica Militare e in collaborazione con i Vigili del Fuoco”. Una pista, aggiunge, “destinata a diventare un hub internazionale in Antartide al servizio della ricerca scientifica non solo italiana”.