Il sostituto procuratore generale di Milano Cuno J. Tarfusser ha presentato appello contro le condanne all’ergastolo inflitte a Olindo Romano e Rosa Bazzi per il loro ruolo nella strage di Erba dell’11 dicembre 2006.
Quella notte, tre donne e un bambino di otto anni sono stati uccisi uno dopo l’altro. Il marito di una delle donne rimase gravemente ferito.
Tarfusser smonta i capisaldi di quella sentenza e le tre prove regina della condanna (una macchia di sangue di una delle donne uccise trovata nell’auto di Olindo; la testimonianza di Frigerio), deceduto poi anni fa e la confessione degli stessi Olindo e Rosa del 10 gennaio 2007) ed elenca tre nuove prove raccolte dalla difesa degli imputati con la consulenza tecnica di 17 luminari della medicina e della psichiatria.
Tarfusser sottolinea che le armi utilizzate per i crimini non sono menzionate nella condanna. Sono stati commessi con un coltello e un oggetto contundente, ma nessuno dei due è mai stato recuperato.
Nel corso del primo interrogatorio Frigerio ha dichiarato di non aver accusato né Rosa né Olindo, sostenendo invece di essere stato aggredito da uno sconosciuto dalla pelle olivastra.
La versione fu ripetuta in incontri successivi e poi cambiata settimane dopo solo su insistenza di un tenente dei Carabinieri che continuava a insistere su Olindo.
Secondo i pubblici ministeri, “le dichiarazioni autoincriminanti di Olindo Romano e Rosa Bazzi dovrebbero essere trattate come false confessioni fatte sotto costrizione”. “Il risultato raggiunto dai consulenti” è “basato sui dati scientifici più recenti e avanzati”.