Le abitudini sono risposte comportamentali automatiche ad uno stimolo e si sviluppano attraverso la ripetizione del comportamento. Infatti, secondo una ricerca della Duke University, del 2006, il 40% delle azioni compiute dalle persone ogni giorno sono frutto di abitudini e non di decisioni coscienti.
Il famoso “pilota automatico” guida la tua quotidianità in una serie di azioni e compiti che, il più delle volte sono funzionali al tuo benessere, ma in molti altri non lo sono per niente.
Fra questi ci sono, per esempio, la tendenza a mangiarsi le unghie delle mani, il toccarsi il naso o le sopracciglia, il tormentare di continuo i capelli, mordersi il labbro o sfiorare il mento. Insomma, una serie di piccoli gesti che finiamo per mettere in atto in modo automatico in alcune circostanze. La psicologia si è lungamente interrogata sul significato profondo del comportamento che adottiamo, riconducendo molti atteggiamenti a una condizione di stress.
Per lungo tempo, infatti, mordersi le unghie delle mani (a volte fino a provocarne il sanguinamento e certamente rovinando la manicure) è stato riportato proprio a una forma di ansia acuta. Tuttavia, uno studio degli ultimi anni sembrerebbe smentire in parte questa convinzione. La ricerca arriva dall’Università di Montréal e si è occupata di vari comportamenti ossessivo-compulsivi che molte persone ripetono nell’arco della giornata.
Nello specifico è emerso che certi movimenti che compiamo istintivamente non sono altro che una manifestazione di perfezionismo. Si tratterebbe, infatti, di azioni che sono il tentativo di sfuggire, o superare, momenti di stress, di noia o di frustrazione e caratterizzerebbero persone impazienti ed estremamente precise. Tutto dipenderebbe dalla correlazione fra perfezionismo ed eventi stressanti, tale per cui aumentando il livello dei secondi il soggetto troverebbe come valvola di sfogo proprio alcuni tic.
Mangiarsi le unghie diventa, quindi, un modo per rilassarsi in una condizione in cui il soggetto teme di non potere rispondere ai propri standard perfezionistici. Nella ricerca canadese, il gruppo studiato è stato testato con diversi tipi di compiti, da quelli più semplici e rilassanti a quelli più impegnativi e noiosi. È risultato che in condizioni di rilassatezza i soggetti non hanno avvertito il bisogno di mordersi le unghie cosa che invece hanno fatto sia in caso di stress sia in condizione di noia. Impazienza, insoddisfazione e perfezionismo troverebbero sfogo tramite piccoli rituali che, benché dannosi, aiuterebbero a regolare le emozioni.
Le conseguenze del mangiarsi le unghie
Partiamo dal danneggiamento delle unghie e soprattutto delle mani: le unghie risultano indebolite e danneggiate, e sulla pelle alla base e intorno all’unghia possono formarsi ferite, arrossamenti e infezioni dell’area che diventano porte di scambio di germi e batteri tra unghie e bocca. Per questo motivo, chi si mangia le unghie è più soggetto ad infezioni da batteriche e virali.
Problemi parodontali, traumi del dente
Nella bocca i danni possono essere anche maggiori e meno reversibili. Nei più giovani, dove sono in atto i processi di crescita e formazione di tessuti ed ossa, l’onicofagia porta spesso alla malocclusione dei denti o al renderli storti. Ma non solo: i denti anteriori, gli incisivi, si consumano rapidamente e i margini incisali appaiono seghettati e abrasi. In chi si mangia le unghie si rilevano numerosi danni e infezioni gengivali e quindi problemi parodontali.
Nonostante i denti siano costituiti dai tessuti più duri del corpo umano, nei casi più gravi, il consumo dei margini incisali può portare alla esposizione della cavità pulpare e quindi rendendo veramente fragile il dente che verrà più facilmente aggredito dalla carie.
In numerosi casi si sono riscontrati anche traumi all’apice del dente, ovvero al nervo e ai vasi di irrorazione. Ciò porta alla necrosi pulpare, alla perdita del colore naturale del dente e alla possibile formazione dei granulomi dell’apice.