Ecco chi è Patrick Zaki, l’attivista egiziano incarcerato, torturato e poi graziato da Al Sisi

Il 16 giugno 1991 è nato a Mansura Patrick George Zaki, cristiano copto-ortodosso egiziano. Ha conseguito una laurea in farmacia presso la german University del Cairo .

Durante le elezioni presidenziali egiziane del 2018, Patrick è stato uno dei diversi animatori della campagna elettorale che ha aiutato Khaled Ali, avvocato e difensore dei diritti umani candidato alla presidenza, a essere eletto.

Zaki è stata membro dell’organizzazione per i diritti umani Egyptian Initiative for Personal Rights, con sede al Cairo, dove ha lavorato su questioni che includevano la protezione delle donne dalla violenza. Ha lasciato l’Egitto nel 2019 per frequentare l’università a Bologna e studiare studi di genere.

L’arresto, le torture e i capi d’accusa

La vita di Patrick cambia il 7 febbraio 2020, non appena scende dall’aereo al Cairo ed entra in Egitto, due agenti egiziani lo fermano per interrogarlo.

Avrebbe dovuto trascorrere un breve periodo di vacanza nel suo paese con i suoi cari, ma invece scopre che inizia un vero e proprio incubo.

Dopo essere stato tenuto in isolamento per diverse ore, è ricomparso il giorno successivo davanti ai pubblici ministeri della città di Mansura per convalidare il suo arresto.

L’arresto per minaccia alla sicurezza nazionale

Il mandato di arresto è stato emesso con l’accusa di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazioni illegali e diffusione di notizie false.

Secondo fonti governative egiziane, Zaki stava lavorando a una tesi sull’omosessualità e diffondeva propaganda contro lo Stato mentre viveva all’estero.

IDurante il primo interrogatorio, Zaki ha raccontato di essere stato bendato e torturato per 17 ore, con colpi allo stomaco e scosse elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane.

Oltre a essere interrogato sul suo soggiorno in Italia, le autorità lo avrebbero anche minacciato di stupro. L’investigatore ha ovviamente negato questa accusa.

La condanna definitiva

A Zaki è stata inflitta una condanna definitiva a tre anni di carcere il 18 luglio. Anche se tecnicamente non appellabile, il verdetto potrebbe essere rivisto da un governatore militare e dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.

Zaki ha scontato 22 mesi della sua condanna e ora sarà detenuto per altri 14 mesi. Si è laureato dall’egitto Egitto il 5 luglio 2023. I legali hanno annunciato l’intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza.

La grazia concessa dal Al-Sisi

Ma la storia di Zaki non è ancora finita. Lo stesso giorno della sua condanna, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi gli ha concesso la grazia totale.

“Questa decisione è un passo importante nella giusta direzione”, ha dichiarato Riccardo Noury di Amnesty International. “Non cancella una condanna ingiustificata nei confronti di Patrick, ma lo libera e speriamo che questo renda permanente la sua situazione”.