Michela Murgia ha fatto testamento in anticipo, offrendo le necessarie tutele alla sua famiglia queer.
Poiché lo Stato non offre tutele a coloro le cui relazioni non sono riconosciute dalle istituzioni, ha preso la sua decisione molto presto ed è stata dolorosamente consapevole di quanto poco le fosse rimasto.
Il suo gesto era una dichiarazione politica sul fatto che la politica e la legalità hanno poco a che fare con le questioni di cuore.
La necessità di un testamento
Cathy La Torre, noto avvocato e attivista, ha redatto il testamento di Michela Murgia. Ma soprattutto è stata una grande amica della scrittrice scomparsa.
Ne ha rivelato alcune parti a Repubblica, evidentemente d’accordo con Murgia, in modo che potessero diffondere il più possibile il messaggio di fondo.
La Torre non fornisce dettagli, ma spiega che la carissima amica era coinvolta da mesi in una lotta politica: “Per riconoscere tutti i tipi di famiglie, comprese quelle che non sono necessariamente basate su norme e tradizioni eterosessuali (quelle senza legami di sangue), potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio.
Per la prima volta ha parlato della sua famiglia queer, mostrando come possono esistere altri modelli di famiglie.
Alla lotta ideologica si è poi aggiunto un piano più concreto: spingere molti italiani a interrogarsi su cosa sia una famiglia queer e su come possa essere tutelata dalla legge.
L’avvocata ha spiegato che il nuovo documento dà riconoscimento giuridico alle famiglie di questo tipo, oltre che dignità politica.
È stato quindi realizzato un testamento articolato, che “non ha alcun costo ed è uno dei primi passi che si può fare in questo senso. Il testamento biologico e la nomina di un esecutore testamentario sono solo due fasi della preparazione della successione.
Il testamento nei dettagli e il funerale
Michela Murgia ha lasciato la sua casa di Roma ai suoi figli dell’anima. Una dimora simbolica di quella famiglia qeer che ha amato così profondamente.
Ad Alessandro Giammei è stato affidato il compito di raccogliere e organizzare le opere di Michela Murgia, edite e inedite.
Chi l’ha amata avrà l’opportunità di leggere nuovi volumi pubblicati postumi.
È stata la stessa scrittrice a fornire alcuni dettagli sul testamento in un’intervista a Vanity Fair: “Tutto il mio armadio va in capo a Chiara Tagliaferri. Sarà lei a decidere come distribuirlo. A Patrizia Renzi, invece, il patrimonio di gioielli e bigiotteria. Sono trenta chili di cianfrusaglie accumulate.
I funerali di Michela Murgia si terranno nella Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo a Roma.
È facile attendersi un’enorme folla, pronta a manifestare quel diritto all’amore per il quale lei aveva duramente lottato. L’orario d’inizio è previsto per le ore 15.30.
Nel ricordarla, Roberto Saviano ha descritto come lei avesse sempre immaginato il suo funerale come un evento politico: “Un incontro di tutti coloro che l’hanno letta, voluta bene, difesa e sostenuta. Una celebrazione di quella strada percorsa insieme”. Invitati tutti a prendere parte, recandosi presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto, perché “questo funerale non ha nulla di privato”.