È iniziato il rilascio dell’acqua radioattiva stoccata nei serbatoi della centrale nucleare di Fukushima.
L’operazione è stata annunciata dal governo di Tokyo questa settimana, nonostante le proteste degli ambientalisti e delle popolazioni locali, comprese quelle dei Paesi vicini come la Cina.
Il rilascio in mare delle acque reflue radioattive stoccate dalla centrale nucleare di Fukushima è iniziato come previsto il 24 agosto alle 13.00, ora locale (le 6.00 in Italia).
I numerosi serbatoi dell’impianto nucleare contengono attualmente circa 1,34 milioni di tonnellate di acqua trattata, ma si prevede che raggiungeranno la loro capacità massima tra il 2024 e il 2028. Da qui la decisione del rilascio in mare, che durerà per i prossimi 30 anni.
I rifiuti liquidi dell’impianto saranno mescolati con acqua di mare e poi rilasciati nell’oceano attraverso un tunnel situato a un chilometro di distanza dalla struttura.
La Tepco, la società che gestisce l’impianto, monitorerà le sostanze radioattive nelle acque vicine. I primi dati sono attesi per domani, 25 agosto.
La protesta della Cina
Il governo cinese ha condannato il governo giapponese, affermando che si tratta di “un atto estremamente egoista e irresponsabile, in spregio all’interesse pubblico globale”.
Lo smaltimento dell’acqua contaminata dal nucleare di Fukushima è un’importante questione di sicurezza nucleare che ha implicazioni internazionali. Non è una questione privata che il Giappone deve risolvere da solo, si legge in una nota.
“Al fine di garantire la sicurezza alimentare e la salute dei propri cittadini”, ha dichiarato il governo cinese in un comunicato, “prenderà tutte le misure necessarie”.