L’alimentazione tradizionale non è uguale per tutti, in quanto deve “scavalcare” come concetto il gusto, la tradizione locale, ma anche lo stile di vita e il metabolismo.
La quasi totalità della popolazione non fa un uso corretto o comunque funzionale in senso assoluto della frutta, che nella sua pur enorme varietà, è spesso concepita solo come “fine pasto”, sebbene sia quasi sempre incoraggiata nel consumo da nutrizionisti, medici e ogni altra forma di figura afferente al ruolo medico-nutrizionista.
Mangiare frutta lontano dai pasti risulta essere qualcosa che spesso si “scontra” con l’abitudine radicata di molti.
Naturalmente, a questo si può facilmente porre rimedio attraverso campagne educative volte a sensibilizzare i consumatori sui benefici del consumo di frutta prima o tra i pasti.
Mangiare frutta lontano dai pasti, o “fare uno spuntino”, è un’abitudine quasi universale nella società di oggi. Ma può essere salutare? La risposta è molto più semplice di quanto si possa pensare nella maggior parte dei casi, anche se ci sono alcuni casi particolari.
Gli effetti di questa abitudine non sono tutti positivi o negativi. Ad esempio, mangiare frutta nel momento sbagliato della giornata può causare problemi ai livelli di zucchero nel sangue e ai livelli di energia, ma mangiare frutta nel momento giusto della giornata può contribuire a ridurre il rischio di diabete e obesità.
Tradizionalmente, la frutta viene spesso consumata come “fine pasto”, quindi vicino al pranzo o alla cena, più raramente come spuntino, colazione o comunque lontano dai pasti. È difficile dire da dove derivi questa forma di affermazione culturale, tipica del contesto culturale.
Nelle società occidentali è comune mangiare la frutta a fine pasto come dessert. Ciò può essere dovuto al fatto che molti frutti sono dolci e forniscono un sapore dolce in contrasto con i cibi salati o piccanti che sono tipicamente serviti in altri momenti del pasto. Ciò è riscontrabile anche in altre parti del mondo, dove la frutta viene spesso consumata durante i pasti come parte di una dieta equilibrata.
C’è chi continua a pensare che la frutta mangiata lontano dai pasti possa far ingrassare, mentre in realtà è quasi sempre il contrario: usata come spuntino o “spezzafame”, riesce a reintegrare i liquidi e soprattutto rallenta lo stimolo dell’appetito.
La “bufala” che il consumo di frutta porti a gonfiore addominale o allo sviluppo di gas non è praticamente vera, a meno che il soggetto non soffra di condizioni preesistenti, che possono essere stimolate negativamente dal consumo di frutta.
La frutta fa bene alla salute in qualsiasi momento della giornata, ma ci sono modi per renderla ancora migliore.
È opinione comune che mangiare frutta prima dei pasti aiuti a sentirsi sazi, ma non è vero. La frutta è ricca di fibre, che aiutano a sentirsi sazi rallentando la digestione e assorbendo l’acqua in eccesso nello stomaco.
Tuttavia, se si mangia frutta dopo i pasti, può contribuire a ridurre i picchi post-pasto causati da alimenti ad alto indice glicemico, come il pane bianco o la pasta, e può persino migliorare i livelli di colesterolo.
Ma come funziona? Il fattore di acidità di frutta come mele e arance, combinato con il loro elevato contenuto di fibre, può migliorare l’assorbimento del ferro da altri alimenti consumati, come verdure o carne.