Nella recente alluvione che ha colpito Prato, persino la Chinatown pratese si è trasformata in una sorta di lago. In mezzo a questa emergenza, il cellulare di Luca Zhou, presidente di Ramunion Italia, ha continuato a ricevere messaggi su WeChat, la piattaforma di messaggistica cinese. La comunità cinese si è rivolta a lui in cerca di aiuto, poiché mancavano acqua, cibo e luce.
Zhou è il capo di Ramunion Italia, una costola dell’associazione che in Cina interviene in caso di disastri, operando in pratica come la protezione civile italiana. In questi giorni, a Prato, si parla di una “protezione civile parallela,” poiché l’associazione ha la sua sede italiana ma è anche europea, aiutando la comunità cinese a risollevarsi dalla catastrofe naturale che ha colpito la zona.
Nonostante molte voci affermino che la comunità cinese agisca in modo indipendente e impermeabile al sistema italiano, Zhou sottolinea che sono semplicemente volontari attivi in vari settori, tra cui lo sport e la cultura. Ad esempio, mettono a disposizione delle scuole cittadine una palestra.
Tuttavia, sono pronti a intervenire in situazioni di emergenza, che rappresentano la loro principale missione, come accade in Cina. Sono in grado di rispondere rapidamente alle esigenze della gente, siano essi cinesi o italiani.
La barriera linguistica è spesso un problema, poiché molti cinesi immigrati da anni a Prato non parlano italiano. Quando si rivolgono ai servizi di soccorso, possono avere difficoltà a spiegare le loro necessità. Ramunion Italia diventa il principale punto di riferimento, sebbene Francesco Rotunno, vicepresidente dell’associazione, suggerisca che i centralini dovrebbero essere dotati di più mediatori linguistici.
I volontari di Ramunion non negano l’importanza dei mezzi a loro disposizione, inclusi strumenti come l’ecoscandaglio, utilizzato per rilevare la presenza di persone sotto le macerie.
Questo strumento è stato impiegato durante il terremoto dell’Aquila nel 2009. Tali risorse hanno portato la Regione Toscana a considerare l’iscrizione di Ramunion Italia nell’elenco delle associazioni di volontariato che operano nella protezione civile, per una migliore coordinazione futura.
Gli interventi dei volontari cinesi a Prato comprendono l’uso di gommoni e giubbotti salvagente, utilizzati anche durante le gare di Dragon Boat lungo l’Arno a Firenze. Questi mezzi sono stati messi a disposizione delle persone isolate nelle zone colpite dall’alluvione.
Gli aiuti non si limitano alla comunità cinese ma sono estesi a tutti coloro che ne hanno bisogno, fornendo acqua, cibo in scatola e pacchi di pasta. La solidarietà è stata evidente quando hanno consegnato tali beni alle persone che, di notte, facevano segnali con le torce dei telefonini alle finestre.
La forza dell’acqua ha avuto un impatto anche sulle fabbriche cinesi di abbigliamento, invadendo i capannoni e mettendo a rischio i macchinari.
Questo rappresenta una delle sfide principali per la comunità cinese di Prato nel periodo post-alluvione, poiché molti cittadini cinesi dipendono da queste attività e potrebbero non essere a conoscenza delle leggi italiane e dei meccanismi di risarcimento. Inoltre, molti di loro lavorano in nero e non beneficeranno dei supporti sociali previsti dal sistema italiano.