Negli ultimi giorni, complice il Mondiale di Calcio in Qatar, si è tornati a parlare anche in Italia della cosiddetta “influenza del cammello”, anche nota semplicemente come Mers o come Sindrome respiratoria mediorientale.
Un’infezione, conosciuta dal 2012, che colpisce le vie respiratorie e appartiene alla famiglia dei coronavirus, come il virus responsabile del Covid.
Come si contrae
L’ influenza del cammello è una “malattia respiratoria rara, ma grave”, che “si diffonde attraverso il contatto ravvicinato con cammelli portatori del virus o con una persona infetta, oppure consumando carne di cammello cruda o latte di cammello non pastorizzato”.
Sintomi
Nonostante non ci sia un vero e proprio allarme, è sempre valido l’invito a prestare attenzione e a monitorare il proprio stato di salute. Come in altre influenze, anche in questa i sintomi tipici sono principalmente febbre e tosse, accompagnata dal respiro affannoso. Se diventa grave, può insorgere una polmonite, o un’insufficienza respiratoria.
La malattia, quando contratta in forma grave, “può causare insufficienza respiratoria che richiede ventilazione meccanica o supporto in un’unità di terapia intensiva”. Corrono un maggior rischio di sviluppare la malattia in forma grave le persone anziane, i soggetti con un sistema immunitario indebolito e le persone con malattie croniche, come patologie renali, cancro, malattie polmonari croniche, ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete. La sindrome respiratoria mediorientale può essere contratta anche in forma asintomatica.
Trattamento
Al momento, come riferito dall’Oms, non è disponibile nessun vaccino o trattamento specifico contro la cosiddetta “influenza del cammello”. “Diversi vaccini e trattamenti specifici per Mers-CoV sono in fase di sviluppo clinico. Tuttavia, In assenza di terapie specifiche, il trattamento dei pazienti è di supporto e basato sulle condizioni cliniche del paziente”, ha sottolineato l’Oms.