Secondo una ricerca condotta dalla Washington University di St. Louis, è stato esaminato il legame tra l’invecchiamento biologico e il rischio di sviluppare il cancro. Analizzando dati biologici di quasi 150.000 individui, di età compresa tra i 37 e i 54 anni, lo studio mira a decifrare come l’accelerazione dell’invecchiamento biologico possa influenzare l’incidenza di forme di cancro insorgenti in età precoce.
La Disconnessione tra Età Anagrafica e Biologica
I ricercatori enfatizzano che, sebbene l’età avanzata sia un fattore di rischio noto per diversi tipi di cancro, l’età cronologica di una persona non riflette necessariamente la sua età biologica, ovvero l’effettiva “vecchiaia” delle sue cellule e tessuti. Quest’ultima è influenzata da variabili quali abitudini di vita, esposizione a stress e fattori genetici. Tale discrepanza tra età anagrafica e biologica potrebbe spiegare la manifestazione di alcune forme di cancro in età considerata “giovane”.
Indagine sull’Età Biologica e Correlazione con il Cancro
Nell’ambito dello studio, effettuato su un campione di 148.723 partecipanti raccolti nella UK Biobank, gli scienziati hanno valutato l’età biologica dei soggetti attraverso l’analisi di nove biomarcatori ematici, precedentemente associati all’invecchiamento cellulare. Successivamente, hanno incrociato queste informazioni con i registri oncologici, al fine di individuare connessioni tra un’età biologica avanzata e l’insorgenza di tumori “precoci”, manifestatisi prima dei 55 anni.
Questa indagine approfondita mette in luce come un’età biologica avanzata, derivante da un invecchiamento accelerato, possa costituire un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di neoplasie in individui relativamente giovani. Tale constatazione apre nuovi orizzonti per la prevenzione e il trattamento del cancro, sottolineando l’importanza di interventi mirati a rallentare l’invecchiamento biologico attraverso modifiche dello stile di vita, gestione dello stress e interventi genetici.
L’approfondimento di queste dinamiche biologiche e la loro relazione con il cancro potrebbero rivoluzionare l’approccio clinico alla malattia, promuovendo strategie di screening più efficaci basate sull’età biologica piuttosto che su quella anagrafica. Inoltre, lo studio accentua la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo i fattori che accelerano l’invecchiamento cellulare, offrendo così nuove prospettive nella lotta contro il cancro.
Risultati dello Studio: L’Invecchiamento Biologico e il Rischio di Cancro
L’analisi dei dati ha rivelato che le coorti con incidenze di cancro più alte presentano un’età biologica che supera l’età anagrafica. In particolare, gli individui nati dopo il 1965, ovvero quelli con un’età fino a 59 anni, tendono ad essere biologicamente più anziani rispetto alla loro età effettiva, mostrando una probabilità incrementata del 17% di subire un invecchiamento biologico accelerato rispetto ai nati tra il 1950 e il 1954. È stato inoltre constatato che questo invecchiamento avanzato è collegato a un rischio crescente di sviluppare malattie oncologiche. Questo legame risulta particolarmente evidente nei casi di tumori polmonari, gastrici, intestinali e dell’endometrio.
Dal dettaglio dello studio emerge che gli individui con un alto grado di invecchiamento biologico accelerato presentano una probabilità raddoppiata di essere affetti da tumori polmonari a insorgenza precoce rispetto a coloro che mostrano tassi di invecchiamento più moderati. Inoltre, il rischio di ricevere una diagnosi di tumore gastrointestinale sale del 60%, mentre la possibilità di sviluppare un tumore all’endometrio aumenta dell’80%.
“Potrebbe essere che i polmoni siano intrinsecamente più suscettibili agli effetti dell’invecchiamento rispetto ad altri tessuti, dato che possiedono una capacità ridotta di rinnovarsi. Per quanto riguarda i tumori gastrici e intestinali, questi sembrano essere legati a processi infiammatori, i quali tendono ad aggravarsi con l’età,” ha dichiarato Ruiyi Tian, capo del team di ricerca, in un’intervista concessa alla CNN.
Ricercatori: “Risultati Promettenti”
Gli esiti di questa ricerca potrebbero segnare l’inizio di nuovi approcci per riconoscere chi è maggiormente esposto al rischio di sviluppare il cancro. “I dati emersi dallo studio sono motivo di grande ottimismo,” ha dichiarato alla CNN la dottoressa Anna Blaes, specializzata nello studio dell’impacto dell’invecchiamento biologico sui sopravvissuti al cancro presso l’Università del Minnesota, esprimendo entusiasmo per le scoperte fatte.
“Stiamo osservando un incremento dei casi di cancro, in particolare i carcinomi gastro-intestinali e i tumori mammari, tra la popolazione più giovane. Se potessimo individuare in anticipo chi è più suscettibile, saremmo in grado di suggerire modifiche significative riguardo lo stile di vita, includendo la dieta, l’attività fisica e le abitudini di sonno,” ha aggiunto.