Il Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco, sarà oggetto di un importante confronto in un incidente probatorio che vedrà la comparazione con il profilo genetico di Andrea Sempio, indagato per l’omicidio nel caso riaperto, e con quello di Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto.
Il Dna trovato sarà comparato anche con quello del padre e del fratello di Chiara Poggi, nonché con il profilo genetico di altre persone che frequentavano la casa di via Pascoli. La decisione di proseguire con questo passo è stata presa dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, che ha dato il via libera all’incidente probatorio richiesto dalla Procura. L’incarico per le analisi è stato fissato per il 9 aprile.
A supervisionare le operazioni sarà il genetista Emiliano Giardina, noto per il suo lavoro su altri casi mediatici come l’omicidio di Yara Gambirasio, mentre per l’indagato Andrea Sempio, archiviato nel 2017 per la stessa accusa, sarà presente l’ex comandante del Ris, Luciano Garofano. Il genetista Marzio Capra, che ha seguito ogni fase dell’indagine, rappresenterà la famiglia Poggi, mentre la Procura di Pavia si affiderà a Carlo Previderé. Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima, potrà partecipare all’incidente probatorio, che a quasi 18 anni dalla tragedia, potrebbe portare a nuove rivelazioni. Il 9 aprile, proprio nel giorno dell’incidente probatorio, Stasi dovrà affrontare un’udienza per discutere la sua semilibertà.
La Procura di Pavia ha deciso di rivedere le conclusioni della perizia dell’appello bis e i dati del genetista Francesco De Stefano, che avevano ritenuto non utilizzabile il Dna maschile rinvenuto sotto le unghie di Chiara. Questa traccia genetica, che non poteva essere attribuita a un singolo individuo e risultava compatibile solo con un profilo maschile (cromosoma Y), aveva indicato che Sempio frequentava la casa della vittima, portando alla sua archiviazione nel 2017.
Ora, la giudice Garlaschelli ha acconsentito a rivalutare l’utilizzabilità del profilo genetico trovato sotto le unghie della vittima e a confrontarlo con quello di Sempio e altri uomini eventualmente coinvolti, come indicato dalla legge. Questo processo, che prevede anche l’analisi delle tracce genetiche trovate sulla scena del crimine, potrebbe portare a nuove scoperte grazie ai progressi della scienza forense. Tuttavia, poiché il materiale biologico di Chiara Poggi è ormai esaurito, la comparazione riguarderà i dati già raccolti.
Le nuove analisi potrebbero estendersi anche a impronte rinvenute nella villetta di via Pascoli, a campioni prelevati nei laboratori del Ris di Parma e a tamponi conservati presso l’Istituto di Medicina Legale di Pavia, nonché ad altri reperti che hanno fornito esiti incerti. Anche alcune confezioni di cibo trovate nella spazzatura e un frammento del tappetino del bagno saranno esaminati per eventuali tracce utili.
Nonostante le scarse evidenze del Dna di Sempio, che avevano portato all’archiviazione del caso nel 2017, le nuove analisi non preoccupano l’indagato. La Cassazione ha confermato la condanna di Stasi, ritenendo che ci siano sufficienti elementi contro di lui. Inoltre, Sempio ha un alibi per l’orario della morte di Chiara Poggi e non indossa scarpe di misura 42, il numero lasciato dalle impronte dell’assassino. La testimonianza di una persona che ha visto una bicicletta nera parcheggiata davanti alla casa della vittima coincide con una bici che Stasi aveva nascosto, mentre Sempio possedeva una bicicletta rossa. La famiglia di Chiara Poggi, infine, non ha dubbi sul fatto che Stasi sia il responsabile dell’omicidio del 13 agosto 2007.