Caterina Balivo: “In TV la parità tra uomini e donne è un miraggio”

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Caterina Balivo si è aperta su vari aspetti della sua vita, toccando temi come la famiglia, il matrimonio e il suo impegno quotidiano nel mondo della televisione.

La conduttrice non ha esitato a esprimere le sue opinioni forti e chiare, affermando che la parità di genere nel settore televisivo è solo un’illusione. Secondo lei, i conduttori maschi godono di vantaggi significativi rispetto alle colleghe donne.

Balivo ha rivelato che, da giovane, nutriva ambizioni diverse: “Da bambina sognavo di diventare magistrato, ispirata dal mio senso di giustizia. Poi ho scoperto di avere l’ascendente Bilancia e ho iniziato a dire ai professori cosa non andava. Mi chiamavano la ‘sindacalista’”. La vera vocazione di Caterina, tuttavia, è emersa quando ha iniziato a esplorare il mondo della televisione: “Volevo intervistare, fare la giornalista, essere visibile per comunicare”.

Riflettendo sulla sua carriera, Balivo ha riconosciuto di aver subito alcune ingiustizie professionali: “Ciò che è accaduto fa parte del passato. È importante riconoscere che viviamo in una posizione privilegiata rispetto a tanti altri”. Tuttavia, ha aggiunto: “Sono grata di svolgere un lavoro che amo e non penso mai che qualcuno debba darmi di più”.

Un aspetto particolarmente critico per Balivo riguarda la disparità tra uomini e donne nella conduzione dei programmi. “A 25 anni conducevo la stessa fascia oraria di oggi”, ha spiegato. “Potrei dire che sono rimasta bloccata, ma osservando i miei colleghi, mi rendo conto che la televisione è stagnante. Anche figure come Antonella Clerici e Maria De Filippi sono nei loro ruoli da decenni, ma loro hanno un’età diversa dalla mia e tempo per evolversi”.

Caterina ha sollevato anche il tema dei game show, percepiti come prevalentemente maschili: “Questa è la mia battaglia! Nella prima puntata di Lingo su La7, indossai i baffi apposta.

Ringrazio Andrea Salerno per questa opportunità. È una grande ingiustizia televisiva. Noi donne possiamo esprimere una gamma di emozioni più ampia, mentre gli uomini hanno meno registro. Non trovi mai un uomo capace di condurre un’intervista a cuore aperto; per quello ci vogliono le donne, mentre gli uomini ottengono spesso i ruoli più semplici, che si adattano perfettamente ai loro impegni familiari e sociali”.

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