Chiara Ferragni, alla guida della sua impresa Fenice, ha recentemente respinto le voci di una crisi interna all’organizzazione, affermando la solidità e la resilienza del suo business nonostante le incertezze economiche attuali. Questa affermazione giunge in un momento delicato per l’azienda, segnato da speculazioni e incertezze, soprattutto dopo il fallimento dell’operazione di vendita del 27% delle azioni, un passo che avrebbe dovuto portare nuovo capitale e rinnovata fiducia nell’impresa.
Chiara Ferragni nega le difficoltà di Fenice
La situazione di Fenice, la società dietro al marchio Chiara Ferragni, è oggetto di notevole attenzione mediatica e finanziaria. Di recente, l’azienda ha smentito la ricerca di nuovi investitori, un dettaglio che assume importanza in seguito a certi sviluppi aziendali e finanziari.
Prima di tutto, come riportato da La Repubblica, la dichiarazione di Fenice ha attirato attenzione confermando implicitamente il mancato successo nella vendita del 27% delle azioni prevista per giugno. Questo suggerisce che attualmente non ci sono investitori pronti a fornire nuovo capitale, un segnale preoccupante data la necessità di Fenice di circa 6 milioni di euro per consolidare la sua situazione patrimoniale. Questo bisogno di fondi è stato aggravato da una riduzione significativa dei ricavi, che, secondo il Messaggero, sono calati di oltre il 40%. La situazione è ulteriormente complicata da pesanti sanzioni pecuniarie imposte dall’Antitrust a società collegate a Ferragni: una multa di 400.000 euro a Fenice stessa, e sanzioni di 675.000 euro a Tbs Crew e di 420.000 euro a Balocco.
Queste sanzioni indicano non solo problemi specifici nelle pratiche commerciali di queste aziende, ma anche un impatto negativo generale sulla stabilità finanziaria del gruppo. Nonostante Chiara Ferragni abbia fatto ricorso contro la decisione dell’Antitrust, i danni economici derivanti dalle sanzioni e dal calo dei ricavi sono già evidenti e influenzano direttamente la ricerca di soluzioni finanziarie per stabilizzare l’azienda.
Valutazione e stabilità finanziaria di Fenice
Il comunicato del 27 aprile rilasciato da Fenice contiene dettagli importanti sulla situazione finanziaria e commerciale dell’azienda. La frase “Molti contatti, ma non vendiamo” riflette la posizione dell’azienda rispetto alle speculazioni di mercato e alle discussioni su potenziali vendite di quote azionarie. Con questa dichiarazione, Fenice chiarisce che, nonostante l’interesse da parte di potenziali investitori, non ci sono piani attuali per vendere parti dell’azienda. Questo è interpretato come un segnale di fiducia nella stabilità e nel valore a lungo termine dell’impresa.
Il comunicato menziona anche una valutazione precedente di Fenice, indicando che a gennaio 2023 la quota del 32,5% di Chiara Ferragni era stata valutata 1,5 milioni di euro, suggerendo che il valore totale dell’azienda era molto inferiore rispetto alle aspettative attuali, circa venti volte meno dei 75 milioni di euro attuali, su cui si basa il potenziale aumento di capitale di 6 milioni di euro. Questo incremento del valore suggerisce che Fenice potrebbe aver migliorato significativamente le sue prospettive economiche o modificato le sue strategie di business per aumentare il proprio valore di mercato.