Secondo quanto riportato dall’ANSA, Chico Forti, attualmente detenuto nel carcere di Montorio (provincia di Verona), avrebbe cercato di orchestrare un piano per far tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona, coinvolgendo presunti affiliati alla ‘ndrangheta.
Le indagini della Procura di Verona
La Procura di Verona ha aperto un’inchiesta in merito a queste gravi accuse. Un altro detenuto ha riferito che Forti, ex campione di surf, avrebbe chiesto aiuto per contattare la ‘ndrangheta con l’obiettivo di intimidire Travaglio, Lucarelli e un’altra persona non identificata. Il Garante nazionale dei detenuti ha avviato verifiche preliminari per accertare la veridicità delle informazioni. “Se queste accuse venissero confermate, sarebbe un fatto molto grave. Al momento, sono in corso solo accertamenti preliminari,” ha dichiarato una fonte del Garante.
La reazione delle istituzioni
Il Corriere della Sera ha riportato che Forti avrebbe promesso un futuro aiuto al detenuto in cambio del suo intervento. Il capo della procura, Raffaele Tito, ha affermato: “Abbiamo già informato le istituzioni e ascoltato tutti i protagonisti coinvolti. Prendiamo molto seriamente questa questione, ma per ora non posso aggiungere altro.”
Attualmente, il fascicolo è aperto contro ignoti poiché non è stato ancora identificato un reato specifico. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Prefettura di Verona, il Tribunale di sorveglianza e la Dda di Torino sono stati informati della vicenda. Una delle possibili motivazioni dietro le minacce a Travaglio e Lucarelli potrebbe risalire a un articolo pubblicato il 19 maggio dal giornale di Travaglio, che titolava “Benvenuto assassino” riferendosi a Forti, ex velista e imprenditore in Florida.
Questi sviluppi sollevano questioni serie sulla sicurezza dei giornalisti e la possibile infiltrazione della criminalità organizzata nelle dinamiche interne delle carceri italiane. Le indagini sono in corso e si attendono ulteriori dettagli per chiarire la situazione.