Recenti dati sottolineano una preoccupante tendenza nel consumo di frutta e verdura in Italia. Gli italiani sembrano aver drasticamente ridotto gli acquisti di questi prodotti, con una diminuzione del 10%, toccando minimi storici degli ultimi vent’anni.
L’analisi di Coldiretti, basata sui dati Cso Italy relativi al primo semestre dell’anno, rivela che il taglio si è riflettuto su una vasta gamma di prodotti, includendo angurie (-25%), meloni (-15%), arance (-14%) e fragole (-5%), ma coinvolgendo anche gli ortaggi (-6%).
Questa brusca diminuzione ha portato il consumo individuale di frutta e verdura fresca a scendere al di sotto della soglia raccomandata dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che è di almeno 400 grammi al giorno per una dieta equilibrata.
Ancora più allarmante è il dato che siamo arrivati a una media di circa 250 grammi per persona al giorno. Questo è particolarmente critico per bambini e adolescenti, il cui consumo è addirittura inferiore alla metà del fabbisogno giornaliero raccomandato, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie correlate, con potenziali impatti significativi sul sistema sanitario.
La combinazione di fattori come l’incremento dei costi energetici e le emergenze climatiche, come l’alluvione in Romagna, ha colpito duramente i raccolti nazionali.
Questo si riflette in un crollo del -63% nella produzione di pere. Una situazione che mette a serio rischio il futuro dell’ortofrutta italiana, che negli ultimi 15 anni ha già visto la perdita di 100 milioni di alberi, secondo l’analisi Coldiretti. Questo rappresenta un patrimonio di 330mila aziende ortofrutticole disseminate in tutta la Penisola, con un fatturato totale di 15 miliardi di euro, comprendendo sia prodotti freschi che trasformati. Questo valore equivale ancora oggi al 25% della produzione agricola nazionale.
Per affrontare questa crisi, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha accolto positivamente le misure proposte dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
Tra queste, il finanziamento di 10 milioni di euro per sostenere il settore delle pere in crisi, 2 milioni di euro per i kiwi e ulteriori 20 milioni di euro per supportare le imprese agricole con problemi di pagamento. Tuttavia, è evidente la necessità di una strategia nazionale unificata per affrontare questa emergenza, anziché demandare il compito alle singole regioni.
Inoltre, Prandini ha sottolineato l’importanza di controlli più rigorosi sulle importazioni, specialmente da Paesi che non garantiscono adeguati standard di sicurezza. Questo è essenziale per prevenire la diffusione di malattie e parassiti che potrebbero minare ulteriormente il settore ortofrutticolo italiano.
Un altro aspetto cruciale per il rilancio del settore è l’incremento dell’aggregazione dell’offerta, mirando a migliorare l’efficienza complessiva del sistema delle Organizzazioni di Produttori e delle Associazioni di Organizzazioni di Produttori a livello nazionale.
Questo è fondamentale per affrontare le distorsioni che stanno indebolendo il settore, rendendolo meno competitivo rispetto ad altri paesi come la Spagna.
In conclusione, è necessario un impegno concreto e coordinato da parte di tutte le parti coinvolte per rilanciare il settore ortofrutticolo italiano e garantire un futuro sostenibile e prospero per l’agricoltura nazionale.