Nell’ambito di un’ampia operazione anti-mafia condotta dal Ros e dai carabinieri di Napoli, il cantante neomelodico Tony Colombo e sua moglie Tina Rispoli, vedova del defunto boss Gaetano Marino, sono stati arrestati all’alba di martedì 17 ottobre 2023.
L’indagine della Dda si concentra sulle attività imprenditoriali e finanziarie del clan Di Lauro di Secondigliano.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, un totale di 27 persone sono state arrestate, tra cui Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro.
Sequestrati beni per 8 milioni di euro
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni per un valore di 8 milioni di euro. Tra i reati contestati vi sono il concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d’asta e l’aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette.
Il clan Di Lauro, oltre alle attività tradizionali, investiva anche in settori come l’abbigliamento e la creazione di brand. In collaborazione con Tony Colombo e Tina Rispoli, è stato creato il marchio “Corleone” e la bevanda energetica “9 mm”, entrambi riconducibili al clan fondato da Paolo Di Lauro.
Le indagini hanno rivelato la presenza di una sorta di “Di Lauro spa”, che operava attraverso investimenti in attività ritenute meno rischiose tramite società intestate a prestanome.
Queste società gestivano diverse attività, tra cui una palestra, una sala scommesse e supermercati, oggi oggetto di sequestro. Il contrabbando di sigarette dall’estero, in particolare dalla Bulgaria e dall’Ucraina, faceva parte del nucleo centrale degli affari dei Di Lauro.
Inoltre, con un investimento di mezzo milione di euro, è stata creata una fabbrica di sigarette (già sequestrata) per confezionare pacchetti di sigarette con tabacco estero, destinati al mercato italiano e estero.
Le indagini, concentrate sul periodo tra il 2017 e il 2021, hanno portato alla luce attività illegali come lo spaccio di droga, estorsioni e minacce ai familiari di un collaboratore di giustizia, nonché agli imprenditori che partecipavano alle aste giudiziarie.
L’operazione ha anche svelato il coinvolgimento dei clan Licciardi e Vinella Grassi nel revocare richieste estorsive agli imprenditori legati alla famiglia Di Lauro.