La demoralizzazione e la depressione sono due esperienze emotive che possono condividere alcune somiglianze, ma si differenziano per natura, durata e sintomi. Comprendere queste differenze è fondamentale per affrontare queste sfide emotive in modo appropriato.
Definizione di Demoralizzazione
La demoralizzazione è uno stato emotivo caratterizzato da sentimenti di sconforto, scoraggiamento e disperazione. Si manifesta spesso come una perdita di speranza o un senso di impotenza di fronte a difficoltà o situazioni avverse. A differenza della depressione, la demoralizzazione può essere situazionale e collegata a eventi specifici nella vita di una persona.
Caratteristiche Principali della Demoralizzazione:
- Situazionale: Collegata a eventi o situazioni specifiche.
- Sensazione di Impotenza: Sentimento di non essere in grado di affrontare le sfide.
- Perdita di Speranza Temporanea: La demoralizzazione può essere una risposta temporanea a situazioni difficili.
Definizione di Depressione
La depressione è un disturbo dell’umore più ampio e persistente, che va oltre la tristezza occasionale. Si caratterizza per una persistente sensazione di tristezza, perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane e può influire negativamente sulla vita quotidiana e sul funzionamento sociale.
Caratteristiche Principali della Depressione:
- Persistente: La depressione dura per un periodo prolungato.
- Ampio Spettro di Sintomi: Include sintomi come cambiamenti nell’appetito, disturbi del sonno, perdita di energia, difficoltà di concentrazione e sentimenti di colpa.
- Richiede Interventi Professionali: La depressione spesso richiede un intervento terapeutico o farmacologico.
La demoralizzazione è uno stato d’animo che tutti prima o poi sperimentano
È uno degli stati emotivi con i quali prima o poi tutti si confrontano, quando la realtà si scontra con aspettative deluse, ci si trova in difficoltà nel gestire impegni considerati troppo gravosi, o si ha l’impressione di non ricevere sufficiente sostegno e aiuto da altre persone: la demoralizzazione. Una condizione apparentemente simile a uno stato depressivo.
Tuttavia, la ricerca in ambito psicologico ha chiaramente distinto demoralizzazione, depressione e stati d’ansia. «Effettivamente, a livello internazionale sono stati stabiliti Criteri Diagnostici per la Ricerca in Psicosomatica (Dcpr) che oggi ci permettono di individuare con precisione la demoralizzazione» afferma Jenny Guidi, professoressa associata di Psicologia clinica all’Università di Bologna e co-editor (insieme a Fiammetta Cosci dell’Università di Firenze) della rivista Psychotherapy and Psychosomatics.
«In base a questi criteri, la demoralizzazione è descritta come un disturbo specifico dell’umore, che si presenta con uno stato emotivo prolungato e generalizzato, della durata di almeno un mese, caratterizzato dalla consapevolezza di non aver soddisfatto le proprie aspettative o quelle degli altri, oppure di non essere in grado di affrontare qualche problema urgente e/o di non avere un adeguato supporto da parte degli altri, la cosiddetta helplessness». Sentimento di insuccesso
«Nei casi più gravi, il sentimento di insuccesso può essere accompagnato dalla convinzione che non esista soluzione ai problemi che si stanno affrontando, la cosiddetta hopelessness. Pertanto, la demoralizzazione si differenzia dal normale scoraggiamento che possiamo provare quando le cose non procedono come previsto. Per l’identificazione di questa condizione, è necessaria un’adeguata valutazione psicologica, attraverso un colloquio e un’intervista clinica che comprende domande specifiche».
La valutazione
Un’accurata valutazione consente di distinguere la demoralizzazione dalla depressione e dall’ansia, anche se talvolta una sovrapposizione dei diversi stati può complicare la situazione. Giovanni Fava, docente ordinario di Psichiatria presso la State University of New York di Buffalo, spiega: «Nel caso della demoralizzazione, si conservano la capacità di reagire e provare piacere in determinate situazioni, che invece risultano compromesse nella depressione. Si può sentirsi scoraggiati, sopraffatti, ma non è una condizione costante. Infatti, se accade qualcosa di positivo, si riesce a rialzarsi. Nella depressione, invece, l’umore è costantemente depresso, indipendentemente dagli eventi della vita. La distinzione è significativa poiché i farmaci antidepressivi sono efficaci nella depressione, mentre non sono utili e possono addirittura essere dannosi nella demoralizzazione. La rilevanza clinica della demoralizzazione è stata confermata anche in contesti medici, specialmente in oncologia, cardiologia ed endocrinologia. Risulta infatti che una percentuale tra il 10 e il 50% delle persone con patologie mediche soffra di demoralizzazione. Distinguere tra demoralizzazione e depressione è importante anche in età giovanile e anziana, durante tentativi di cambiare il proprio stile di vita, come nel caso della perdita di peso, o durante percorsi di riabilitazione, che possono comportare alti e bassi».
Il trattamento
La ricerca e l’esperienza clinica hanno portato allo sviluppo di diverse forme di trattamento della demoralizzazione, anche se non esiste una soluzione unica adatta a tutti. «La demoralizzazione può essere alimentata dalle iniziative di marketing di nuove terapie, descritte come rivoluzionarie e in grado di cambiare la vita, ma che poi si dimostrano deludenti nella realtà» afferma Fava. «È invece essenziale comprendere, su base individuale, le cause che possono averla generata. Ad esempio, a volte ci si demoralizza perché non si riceve una comunicazione adeguata da parte del medico, portando a una scorretta interpretazione della propria condizione clinica. In questo caso, l’intervento consiste nel fornire una comunicazione corretta ed empatica. Altre volte, la demoralizzazione deriva da un carico di responsabilità eccessivo, che va alleggerito attraverso interventi centrati sulla persona, come nella medicina dello stile di vita, che mira a modificare gli stili di vita. In altri casi, come per gli anziani, è importante combattere la solitudine».