“Disegno criminoso”: questa è la dura valutazione del procuratore generale della Cassazione Alfredo Pompeo Viola nel suo atto contro Chiara Ferragni, nell’ambito del caso del pandoro Balocco. L’influencer con 30 milioni di seguaci è sotto indagine per truffa aggravata, dopo essere stata multata dall’Antitrust per 1 milione di euro per “condotta commerciale ingannevole”. Anche il suo manager e braccio destro, Fabio Maria Damato, è stato iscritto nel registro degli indagati.
Il motivo del presunto inganno dei consumatori da parte di Ferragni
Secondo il documento depositato, la Consulta afferma che i “consumatori sono stati truffati in modo duplice con i pandori Pink”. Coloro che hanno acquistato il pandoro Pink della Balocco, sponsorizzato da Chiara Ferragni, sono stati “ingannati” nell’acquisto, subendo un “doppio danno”.
Innanzitutto, c’è stata una violazione della libertà contrattuale e dell’autodeterminazione del cliente. Il procuratore generale sostiene che avrebbero effettuato una transazione che “senza un messaggio pubblicitario distorto della realtà, non avrebbero compiuto”. In secondo luogo, c’è stata “una diminuzione del patrimonio” a causa dell’acquisto di un prodotto “a prezzo maggiorato”, un danno non trascurabile considerando “l’intero gruppo di acquirenti su tutto il territorio nazionale”.
Le attività di Ferragni a fini benefici sarebbero state veicolate tramite “testi e immagini e dichiarazioni nel video fuorvianti o comunque capaci di influenzare il consumatore nelle sue decisioni di natura commerciale”, afferma il procuratore generale della Cassazione.
L'”inganno” non coinvolgerebbe solo la campagna del pandoro Balocco del 2022. Sono sotto osservazione anche la vendita delle uova di Pasqua Dolci Preziosi a favore dell’associazione I bambini delle Fate e la vendita nel 2019 di un’edizione limitata della bambola Chiara Ferragni by Trudi, i cui proventi erano destinati a un’associazione impegnata nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo.
La Cassazione scrive che ci sono “segni esterni, inequivocabili, che indicano una programmazione unitaria, nell’ambito di un medesimo piano criminoso, dei diversi reati, considerando l’unitarietà della spinta a delinquere, la similitudine del modus operandi e il lasso temporale che separa i diversi episodi”, anche se la Consulta non individua i criteri per la determinazione della competenza territoriale in casi di procedimenti connessi.
Fuga degli sponsor dal brand Ferragni
L’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino ha confermato di aver ricevuto una donazione di 1 milione di euro da parte di Chiara Ferragni prima di Natale.
Tuttavia, diversi sponsor legati a Ferragni hanno iniziato a prendere le distanze dall’influencer dopo quanto accaduto. Safilo ha annunciato a dicembre la sospensione dell’accordo di licenza con Ferragni per la produzione e la distribuzione di occhiali da sole e da vista a marchio Ferragni, a causa di “violazioni degli impegni contrattuali”. Coca Cola ha ritirato lo spot pubblicitario girato a dicembre, che doveva essere trasmesso a partire dalla fine di gennaio. Anche i contratti con Pantene, Morellato e Monnalisa sono a rischio.
Sulla vicenda Ferragni-Balocco, sarà la Procura di Milano e non quella di Cuneo a condurre le indagini. Questa decisione è stata presa in considerazione della sede in cui i contratti sono stati stipulati, cioè Milano. È il Procuratore Generale che ha risolto il dilemma sul conflitto di competenza tra le autorità di Milano e Cuneo. Secondo la Procura piemontese, eventuali comportamenti ingiusti – condizione necessaria per configurare un reato di truffa – si sono verificati a Fossano, dove ha sede la Balocco. D’altra parte, per la Procura milanese, la competenza è legata all’influencer, già sanzionata dall’Antitrust, e alle modalità di stipula dei contratti benefici.
Il principio che stabilisce la competenza territoriale afferma che il luogo in cui sono stati firmati i contratti con Balocco è determinante per l’indagine che coinvolge Ferragni per presunta truffa aggravata.
Il Procuratore Generale della Cassazione ha evidenziato l’importanza dell’accordo tra le parti e la stipula dei contratti tra Balocco e le società La Fenice srl e Tbs Crew srl, collegate all’imprenditrice digitale, avvenuti a Milano l’11 novembre 2021. Questi contratti avevano lo scopo di creare, commercializzare e promuovere il “Pandoro pink Christmas” in edizione limitata per la campagna natalizia del 2022.
Un ulteriore elemento che supporta questa tesi è il compenso di oltre 1 milione di euro riconosciuto da Balocco alle due società legate a Ferragni, accreditato su conti correnti presso banche milanesi. Il Procuratore Generale afferma che la stipula dei contratti e il pagamento dei compensi sono elementi strettamente legati alla natura della condotta.
La decisione sulla competenza territoriale del Tribunale di Milano riguarda al momento solo i pandoro, non le bambole realizzate in collaborazione con Trudi o le uova di Pasqua con Dolci Preziosi, oggetto di altre indagini, su cui al momento non sembrano esserci sovrapposizioni di competenza. Finora, non è stato quantificato il beneficio economico ottenuto da Balocco dall’operazione Ferragni, ma il Procuratore Generale afferma che l’azienda di Fossano ha certamente tratto un beneficio in termini di rinforzo dell’immagine grazie a questa iniziativa benefica.