Secondo i dati dell’INPS aggiornati al 2021, si è assistito a un notevole aumento di italiani che hanno scelto di trasferirsi in Portogallo, passando da meno di mille alla fine del 2017 a circa 3.500. Anche individui provenienti da altre nazioni hanno optato per la vita in Portogallo, impattando sul costo della vita nel paese.
Tuttavia, a partire dal 2024, tali agevolazioni fiscali verranno sospese, cancellando di conseguenza un incentivo fiscale significativo per trasferirsi in Portogallo, a meno che la pensione annuale non sia inferiore a 7.112 euro.
Per coloro che percepiscono redditi compresi tra 7.113 e 10.732 euro, il trasferimento in Portogallo non comporterebbe alcun beneficio fiscale, mentre coloro con un reddito fino a 20.332 euro pagherebbero effettivamente il 3,5% in più di tasse rispetto all’Italia (28,5% contro il 25%).
Dunque, ai fini fiscali, il trasferimento in Portogallo diventa poco conveniente per redditi annui superiori ai 20.323 euro, anche se con qualche variazione.
La decisione di revocare questi vantaggi fiscali, che hanno beneficiato circa 10.000 persone, in gran parte pensionati provenienti da Francia, Regno Unito e Italia, è stata in parte motivata dalla pressione dell’Unione Europea. Quest’ultima aveva preoccupazioni riguardo alla riduzione delle entrate fiscali nei paesi membri. In aggiunta, in Portogallo si è registrata una crescente richiesta di trattamenti fiscali equi che non discriminino i cittadini portoghesi. L’incremento dell’inflazione nel mercato immobiliare e l’accesso ai servizi sociali da parte dei cittadini stranieri con agevolazioni fiscali hanno contribuito a questa decisione.
Importante notare che questa misura non avrà effetto retroattivo, pertanto coloro che hanno già aderito al regime di tassazione agevolata continueranno a beneficiare di tali vantaggi. Tuttavia, a partire dal 2024, la situazione fiscale cambierà radicalmente per i nuovi pensionati stranieri che sceglieranno di trasferirsi in Portogallo.
Per coloro che cercano alternative, rimanendo in Europa, si potrebbe considerare la Grecia, che offre la possibilità di beneficiare di una tassazione fissa al 7% per dieci anni. Altrimenti, trasferirsi a Cipro potrebbe significare pagare un’aliquota massima del 5%. Nel contesto dell’Est Europa e dei Balcani, nazioni come Albania, Bulgaria e Slovacchia promettono esenzioni totali da imposte, mentre la Romania offre un’aliquota del 10%.
Le scelte sono influenzate da vari fattori, tra cui lingua, cultura, collegamenti diretti e convenienti con l’Italia, assistenza sanitaria, costo e qualità della vita. Per chi sogna il mare e un clima mediterraneo, la Tunisia offre l’esenzione da imposte sull’80% della pensione e un’aliquota massima del 7%. Per i più audaci, c’è persino la possibilità di considerare Panama.