Gli esseri umani hanno convissuto con il digiuno per più di due milioni di anni, da quando erano cacciatori-raccoglitori perchè a volte non trovavano cibo. Quando sono diventati agricoltori – e hanno dovuto affrontare carestie e guerre più frequenti – le loro abitudini di digiuno sono persistite.
Nelle società ricche di oggi, mangiamo più volte al giorno e abbiamo dimenticato il digiuno periodico prescritto da tutte le religioni.
Il nostro corpo immagazzina il glucosio in eccesso sotto forma di glicogeno, che può contenere una quantità massima di circa 900 calorie. Quando non mangiamo per 12 ore o più, il nostro corpo brucia tutte le riserve di glucosio disponibili prima di iniziare a bruciare i grassi come combustibile.
Come funziona il digiuno
Se il digiuno è prolungato, il fegato inizia a sintetizzare nuove molecole di glucosio. Questo mantiene i livelli di zucchero nel sangue e fornisce energia agli organi vitali come il cervello, ma non alle cellule adipose, che rilasciano i loro grassi di deposito per fornire nutrimento ad altri tessuti.
Quando si pratica un’attività fisica intensa, le riserve di glicogeno nel fegato si esauriscono più rapidamente. Quando gli escursionisti arrivano in un rifugio e notano che il fiato puzza di acetone (segno di chetosi), spesso è perché hanno appena bruciato le riserve di glicogeno facendo trekking in salita per ore o giorni.
Durante il digiuno, una volta consumate le scorte di glicogeno, il grasso viene convertito in corpi chetonici, sostanze simili agli acetoni che costituiscono un ottimo nutrimento per il sistema nervoso e i muscoli.
I corpi chetonici cominciano a salire dopo circa 8 ore di digiuno. Il Padre Eterno sapeva che non avremmo sempre avuto cibo da mangiare, così ha fatto in modo che anche durante il digiuno il nostro corpo fosse ben nutrito, tanto che le cellule nervose rimanevano attive e vigili.
Il digiuno intermittente
Il nostro corpo è programmato per il digiuno intermittente, una pratica che ha dimostrato di essere benefica anche nei periodi di abbondanza.
Possiamo digiunare uno o due giorni non consecutivi alla settimana, a giorni alterni (digiunando per 16-18 ore al giorno) mangiando solo in determinati momenti della giornata, come la colazione tra le 7 e le 9 del mattino, il pranzo tra le 12 e le 14, per poi bere solo liquidi fino al mattino.
Mangiare in una finestra temporale ristretta al mattino (colazione e pranzo) è più efficace che mangiare solo a cena (pranzo e cena), senza fare colazione.
Il digiuno intermittente provoca inoltre uno stato di riposo delle cellule, riducendo la proliferazione cellulare e la sintesi proteica e attivando l’autofagia, un processo in cui l’organismo scompone i propri componenti cellulari per utilizzarli come energia.
In pratica, le proteine malfunzionanti che si erano depositate all’interno delle cellule sono state riutilizzate per formare nuovi mitocondri, le centrali elettriche di neuroni e muscoli. Ciò ha stimolato la formazione di queste nuove strutture, sopprimendo l’infiammazione e migliorando l’artrite reumatoide (nonché l’asma).
Inoltre, migliora la funzione insulinica, riduce la massa grassa (in particolare l’obesità addominale) e previene la sindrome metabolica, un insieme di condizioni che aumentano il rischio di malattie cardiache e diabete. Inoltre, abbassa la pressione sanguigna e la frequenza del polso e aumenta la variabilità cardiaca.
I vantaggi
Diversi piccoli studi suggeriscono che la dieta chetogenica, i cui effetti imitano quelli del digiuno, migliora il Parkinson e il morbo di Alzheimer. Negli animali, questo tipo di dieta riduce anche il rischio di ammalarsi di cancro e migliora la sopravvivenza quando viene utilizzata insieme alle terapie convenzionali.
Le ricerche suggeriscono che agisce in tal senso anche nell’uomo, aumentando l’efficacia della chemioterapia e prevenendo i danni alle cellule normali, riducendo lo zucchero nel sangue (il principale nutriente per la sopravvivenza delle cellule tumorali) e incrementando la produzione di corpi chetonici, che non possono essere utilizzati come nutrimento dalle cellule tumorali.
A differenza di coloro che riducono le calorie giornaliere, le persone che seguono diete a digiuno intermittente in genere non sentono fame e tendono ad avere più energia. Riferiscono inoltre di sentirsi di buon umore, fiduciosi e non apatici (cioè fiacchi). Il desiderio sessuale non cala.
Non è necessario morire di fame per ottenere i benefici del digiuno. Per migliorare la salute è sufficiente consumare una piccola cena o un pasto a base di sole verdure per diversi giorni alla settimana.