L’intelligenza artificiale (IA) sta attualmente rivoluzionando il campo della diagnosi precoce dell’Alzheimer. Grazie all’uso di algoritmi avanzati e tecnologie innovative di apprendimento automatico, i ricercatori stanno sviluppando sistemi di intelligenza artificiale in grado di analizzare grandi quantità di dati, come immagini mediche, dati genetici e segni clinici, per identificare precocemente i segni della malattia di Alzheimer.
Sebbene una terapia risolutiva per l’Alzheimer non sia ancora disponibile, un’identificazione precoce potrebbe consentire l’adozione di misure preventive e una preparazione adeguata all’arrivo della patologia.
Come l’intelligenza artificiale sta trasformando la gestione dell’Alzheimer
Un team congiunto dell’Università della California di San Francisco (UCSF) e dell’Università di Stanford ha impiegato metodi di apprendimento automatico su oltre 5 milioni di record clinici, istruendo l’IA a individuare schemi associati all’Alzheimer e ad altre condizioni mediche. Il sistema risultante, pur non essendo impeccabile, ha dimostrato una notevole precisione nel predire la malattia in pazienti che in seguito hanno sviluppato l’Alzheimer, in alcuni casi anticipandone l’insorgenza di addirittura sette anni.
La capacità predittiva dell’intelligenza artificiale si basa sulla sua abilità di analizzare diversi tipi di rischio e calcolare la probabilità di sviluppare l’Alzheimer, generando ottimismo riguardo al suo potenziale impiego nel campo medico. Secondo Alice Tang, ingegnere biomedico dell’UCSF, “Questo rappresenta un primo passo verso l’applicazione dell’IA sui dati clinici di routine, al fine di individuare precocemente il rischio e comprendere la biologia sottostante”.
Il modello ha identificato diverse condizioni, come pressione alta, elevati livelli di colesterolo, carenza di vitamina D e depressione, che potrebbero essere utilizzate per calcolare il rischio di Alzheimer. Condizioni come disfunzione erettile e ipertrofia prostatica sono risultate significative negli uomini, mentre l’osteoporosi è stata rilevante per le donne. Sebbene non sia garantito che le persone affette da tali condizioni svilupperanno demenza, l’analisi dell’IA le considera fattori predittivi da tenere in considerazione.
Scoperte biologiche e genetiche
I ricercatori hanno anche investigato la biologia alla base di alcuni dei collegamenti individuati, trovando una correlazione tra osteoporosi, Alzheimer nelle donne e una variante del gene MS4A6A, aprendo nuove vie per lo studio dello sviluppo della malattia. Marina Sirota, scienziata computazionale della salute presso l’UCSF, ha sottolineato che “Questo è un ottimo esempio di come possiamo utilizzare i dati dei pazienti tramite l’apprendimento automatico per predire quali individui hanno maggiori probabilità di sviluppare l’Alzheimer e comprendere le ragioni alla base di ciò”.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati su Nature Aging. Inoltre, va menzionata l’approvazione da parte della FDA del primo sistema di monitoraggio continuo del glucosio (CGM) da banco, denominato Dexcom Stelo Glucose Biosensor System, previsto sul mercato entro la prossima estate, rappresentando un significativo progresso nel campo medico.