L’nfluenza stagionale è arrivata, secondo le stime sembra abbia già iniziato a diffondersi anche in Italia.
Le previsioni per l’imminente stagione influenzale non sono positive: ci si aspetta infatti un’epidemia piuttosto vivace (6-7 milioni di casi), anche alla luce del fatto che in Australia si è registrata la peggiore degli ultimi 5 anni (negli ultimi 2 ovviamente mitigata dall’utilizzo delle mascherine).
Quali sono i sintomi chiave dell’influenza?
Il periodo che va da quando si è esposti al virus a quando iniziano i sintomi (incubazione) dura da 1 a 4 giorni, in media 2 giorni.
La durata dei disturbi è tipicamente al massimo di 7 giorni per gli adulti e fino a 10 per i bambini.
Chi ha l’influenza spesso manifesta alcuni o tutti dei sintomi qui elencati e l’esordio è brusco ed improvviso:
- febbre (è importante notare che non tutti i soggetti colpiti la manifestano),
- brividi,
- tosse,
- mal di gola,
- naso che cola o naso chiuso,
- starnuti,
- dolori muscolari (mialgie),
- dolori articolari (artralgie).
- mal di testa,
- riduzione dell’appetito,
- estrema stanchezza (contrariamente alla febbre, può durare fino a 2-3 settimane).
Alcune persone possono avere vomito e diarrea, che però sono più comuni tra i bambini che tra gli adulti.
A differenza dell’influenza, il raffreddore si presenta con caratteristiche leggermente diverse:
- esordio più graduale,
- colpisce prevalentemente naso e gola,
- causa malessere, ma spesso non tale da costringere a letto.
Come distinguere influenza e COVID-19?
Purtroppo sulla base dei soli sintomi è sostanzialmente impossibile distinguere l’influenza stagionale dalla COVID-19 (salvo forse nel caso di disturbi dell’olfatto, disturbo piuttosto caratteristico della seconda), per questa ragione i soggetti con sintomi dubbi sono invitati a sottoporsi ad un tampone rapido-molecolare di verifica.
Le due patologie, a differenze delle più leggere forme influenzali, si distinguono invece per la presenza di:
- esordio brusco ed improvviso, con febbre superiore ai 38°
- almeno un sintomo respiratorio (naso chiuso, mal di gola, …)
- almeno un sintomo sistemico (tipicamente dolori muscolari e senso di ossa rotta).
Che differenza c’è tra il raffreddore e l’influenza?
L’influenza e il comune raffreddore sono entrambi malattie respiratorie, causate però da virus diversi. Queste due malattie presentano sintomi simili, quindi può essere difficile capire la differenza basandosi solo su questi; in generale l’influenza è più grave e i sintomi come la febbre, i dolori muscolari, la stanchezza e la tosse secca, si manifestano con maggior frequenza e sono più intensi.
Chi ha il raffreddore, di solito, ha il naso che cola o il naso chiuso; di norma non provoca problemi di salute gravi, come la polmonite o le infezioni batteriche, e non richiede il ricovero in ospedale.
Le due infezioni hanno quindi in comune parte della sintomatologia e può essere perciò difficile, se non addirittura impossibile, differenziarli basandosi solo su questi.
Quanto dura l’influenza?
La durata è al massimo di 7 giorni per gli adulti e fino a 10 per i bambini, ma altri sintomi possono persistere più a lungo (tosse, stanchezza, …)
Cosa prendere in caso d’influenza?
Essendo una malattia virale, l’assunzione di antibiotici è in genere inutile (se non addirittura controproducente); si raccomanda di valutare telefonicamente con il medico o con il farmacista l’assunzione di farmaci sintomatici per dare sollievo ai sintomi ed aspettare che la patologia segua il decorso naturale.
Cosa mangiare?
L’aspetto più importante dell’alimentazione durante gli episodi influenzali è mantenere una corretta idratazione, attraverso il consumo di acqua e brodo di verdura o di pollo, per esempio; limitare l’assunzione di zuccheri e di bevande a base di caffeina (tè, caffè, bevande energetiche, bibite a base di cola, …), a causa del loro effetto diuretico.
Come prevenirla?
Il modo migliore per prevenire l’infezione rimane il vaccino antinfluenzale, anche se è bene chiarire che protegge solo e soltanto dal virus influenzale (quello potenzialmente “pericoloso”) e non dai numerosi virus para-influenzali (quelli solo “fastidiosi”) responsabili delle numerosi sindromi da raffreddamento che si verificano durante l’inverno. In Italia è gratuito per le fasce di popolazione considerate a rischio, ad esempio:
- soggetti con 65 anni o più,
- pazienti a rischio per motivi di salute (per esempio per malattie croniche come diabete, malattie immunitarie, cardiovascolari, respiratorie, …),
- operatori sanitari a contatto diretto con pazienti a più alto rischio di acquisizione/trasmissione dell’infezione,
- donne in gravidanza (a prescindere dal trimestre).
La necessità di ricorrere alla protezione offerta dal vaccino per le categorie di pazienti a rischio è legata alle possibili complicazioni, che soprattutto in questi soggetti possono in alcuni casi rivelarsi anche fatali (sono centinaia di migliaia le morte influenza-correlate che si registrano ogni anno).