Il 20 marzo, precisamente alle 04:06 italiane, ha segnato l’arrivo dell’equinozio di primavera, conosciuto come il giorno dell’anno in cui le ore di luce e buio sono equamente distribuite, proprio come accade nell’equinozio d’autunno.
È importante notare che l’equinozio non si estende per l’intera giornata come spesso si crede, ma è un singolo istante in cui il Sole attraversa l’equatore celeste, una linea immaginaria che corrisponde alla proiezione dell’equatore terrestre sulla sfera celeste.
Per gli abitanti dell’emisfero boreale, il Sole attraversa l’equatore celeste dall’alto verso il basso. Questo significa che le giornate stanno gradualmente allungandosi dal solstizio d’inverno, avvenuto il 22 dicembre 2023, e continueranno a farlo fino al solstizio d’estate. Il giorno dell’equinozio è l’unico in cui il Sole sorge esattamente a Est, tramonta esattamente a Ovest e il terminatore, la linea che separa la parte illuminata dal Sole dalla parte buia della Terra, passa precisamente per i poli terrestri.
Questo fenomeno porta la luce solare a tornare al Polo Nord, mentre al Polo Sud coincide con l’inizio della lunga notte antartica. Tradizionalmente, la primavera inizia il 21 marzo, ma dal 2007 e fino al 2044, l’equinozio primaverile può anticipare ulteriormente la sua comparsa al 19 marzo.
Questa discrepanza è dovuta al ritardo accumulato tra il calendario e l’anno siderale. La Terra impiega 365 giorni e 6 ore per orbitare intorno al Sole, il che porta all’aggiunta del 29 febbraio ogni quattro anni per recuperare il ritardo. Di conseguenza, l’equinozio può cadere tra il 19 e il 21 marzo. Per ristabilire l’allineamento tradizionale, dovremo attendere il 2100, quando l’arrivo della primavera tornerà al 21 marzo.