La ricetta elettronica diventa definitiva, non sarà più necessario recarsi dal medico: come funziona 

Non c’è più bisogno di fare la fila nello studio del medico per ritirare una ricetta.

Dopo un periodo di prova, le prescrizioni mediche elettroniche sono ora pienamente in uso. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che questa rivoluzione riguarda sia le ricette rosse che le bianche.

D’ora in poi i cittadini potranno ricevere i loro certificati via e-mail o WhatsApp, risparmiando tempo prezioso. Si tratta di una delle novità contenute nel Decreto legge Semplificazioni, appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

Cosa cambia

Durante il periodo di emergenza del Covid, sono state introdotte le prescrizioni dematerializzate per garantire la disponibilità dei farmaci per i pazienti più fragili e ridurre il sovraffollamento degli studi medici.

Ma come funziona questo sistema? Il medico registra i dati del paziente e della prescrizione sul Sistema Tessera Sanitaria. Le prescrizioni elettroniche (NRE) possono quindi essere inviate ai pazienti tramite:

  • posta elettronica come file allegato
  • SMS, WhatsApp, Telegram o altra applicazione per smartphone

In questo modo, il paziente può risparmiare tempo recandosi direttamente in farmacia o al laboratorio di analisi con il proprio codice NRE e la tessera sanitaria per acquistare i farmaci prescitti.

Per quanto riguarda i malati cronici, le prescrizioni elettroniche saranno valide per un anno e consentiranno ai pazienti di fare scorta di farmaci per un mese secondo le istruzioni del medico.

Le persone affette da malattie croniche devono assumere regolarmente gli stessi farmaci. Grazie a questa regola, i pazienti o i loro caregiver in caso di non autosufficienza hanno il doppio vantaggio di non doversi recare ripetutamente dal medico e ritirare le prescrizioni, oltre a dover tornare ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. – ha spiegato il ministro Schillaci.

“Molti pazienti cronici sono anziani affetti da patologie multiple che spesso hanno difficoltà a muoversi e necessitano di assistenza nella vita quotidiana.

Questa misura semplifica le procedure amministrative sia per i pazienti che per i medici di famiglia, liberando così tempo per concentrarsi sulla cura dei pazienti”, conclude il ministro della salute.

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