Circa 3.500 leoni marini sono morti a causa dell’influenza aviaria H5N1 in Perù.
La possibilità che il virus si trasmetta da mammifero a mammifero comincia a preoccupare gli studiosi che temono che l’influenza possa causare problemi simili negli animali. Ecco uno sguardo alle notizie di oggi sull’argomento.
Perù: esemplari di leoni marini decimati dall’influenza aviaria H5N1
In Perù, il Sernanp (il Servizio nazionale delle aree naturali protette) ha registrato 3.487 morti di leoni marini in ben sette aree costiere protette.
Tra i morti ci sono cinque leoni marini orsini, una delle forme più rare di leone marino.
Nello Stato, i funzionari hanno rilevato il virus dell’influenza aviaria H5N1 nei pellicani della costa settentrionale e sembra che si sia diffuso rapidamente nelle regioni meridionali dell’India, uccidendo decine di migliaia di uccelli.
Anche diversi Paesi vicini, tra cui Bolivia, Argentina e Cile, hanno avuto grossi problemi con il virus aviario H5N1.
Ma la preoccupazione maggiore per le autorità è che il virus ora minaccia non solo gli uccelli ma anche i mammiferi, compresi gli esseri umani.
Le misure contenitive: come ci si sta muovendo in Perù per salvare gli animali
Per salvare il maggior numero possibile di animali e contenere la diffusione del virus dell’influenza aviaria H5N1 in Perù, il Sernanp ha lavorato all’installazione di recinzioni perimetrali nei siti in cui i visitatori non hanno accesso alle spiagge.
Inoltre, è stata realizzata una mappa del rischio che indica le aree in cui sono stati trovati animali morti. Nel frattempo, le guardie forestali e altri specialisti si preoccupano di smaltire gli animali morti che potrebbero essere infettati dal virus dell’influenza aviaria H5N1. Vogliono inoltre ridurre al minimo l’esposizione di altre creature selvatiche.