Lucrezia Selassiè condannata: stalking a Bortuzzo, un anno e otto mesi di pena

Il Tribunale di Roma ha emesso la sua sentenza nei confronti di Lucrezia Hailé Selassiè, autoproclamata principessa etiope, dichiarandola colpevole di atti persecutori nei confronti del nuotatore paralimpico Manuel Bortuzzo. La giovane è stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione, pena sospesa. La decisione arriva dopo mesi di indagini e testimonianze che hanno confermato il comportamento ossessivo della donna nei confronti dell’ex compagno.

Minacce e persecuzioni: il racconto dei fatti
Secondo le accuse, Lucrezia avrebbe tormentato Bortuzzo con continue pressioni e minacce, arrivando persino a dichiarare che lo avrebbe ucciso se non fosse tornato da lei. La Procura aveva richiesto inizialmente una condanna a un anno e quattro mesi, ma la sentenza definitiva ha aumentato la pena. Il processo si è svolto con rito abbreviato, confermando così la gravita dei comportamenti denunciati dalla vittima.

Una storia nata sotto i riflettori del Grande Fratello VIP
La relazione tra i due era iniziata all’interno della casa del Grande Fratello VIP, nell’edizione 2021-2022. Un flirt che aveva catturato l’attenzione del pubblico ma che, una volta terminato il reality, si era concluso anche nella vita reale. Tuttavia, la Hailé Selassiè non avrebbe mai accettato la fine del rapporto, mettendo in atto comportamenti sempre più oppressivi nei confronti del nuotatore, che si è visto costretto a rivolgersi alle autorità.

Divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico
A seguito della denuncia, le autorità avevano imposto a Lucrezia il divieto di avvicinamento a Bortuzzo e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, una misura di sicurezza necessaria per evitare ulteriori episodi persecutori. Le testimonianze raccolte hanno evidenziato come il comportamento della giovane avesse creato un clima di costante ansia e paura per il nuotatore, costringendolo a modificare le proprie abitudini quotidiane per tutelare la propria sicurezza.

Le parole dell’accusa: un incubo per Bortuzzo
Nel capo d’imputazione, i magistrati hanno sottolineato come Lucrezia abbia inflitto a Manuel uno stato di paura costante, portandolo a cambiare radicalmente la sua routine per evitare possibili incontri con la sua ex. “Uno stato d’ansia e di timore per la propria incolumità che lo ha portato a bloccare la donna e a non sentirsi libero nei suoi spostamenti, ostacolando anche l’inizio di una nuova relazione” si legge nei documenti processuali.

Con questa sentenza, il caso giunge a una svolta, segnando un’importante decisione giudiziaria in materia di stalking e violenza psicologica. Resta da vedere se la difesa di Lucrezia presenterà ricorso o se la vicenda si chiuderà definitivamente con la condanna stabilita dal Tribunale di Roma.

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