Marco Masini è stato protagonista di un toccante monologo a Le Iene, trasmesso la sera del 10 novembre, in cui ha raccontato la sua storia e le difficoltà affrontate nel corso della carriera.
Il cantante ha ripercorso alcuni dei momenti più dolorosi della sua vita e della sua carriera, segnati non solo da perdite personali, ma anche da voci diffamatorie che per anni lo hanno perseguitato.
Queste dicerie, che lo accusavano di “portare sfortuna”, hanno avuto un impatto devastante su di lui, ma nel tempo Masini ha saputo trasformare questa negatività in un’opportunità per rinascere e riscoprire l’essenza della sua passione per la musica.
Le origini del dolore e l’inizio della passione
Masini ha iniziato il racconto tornando a un momento cruciale della sua vita, la morte della madre, avvenuta quando aveva appena 19 anni:
«Non credo ci sia un’età “giusta” per perdere una madre, ma a 19 anni è veramente difficile da accettare». La musica, che sin dall’adolescenza era stata la sua più grande passione, è diventata allora un rifugio, un modo per gestire e sopportare il dolore: «Il pianoforte era come un anestetico contro la sofferenza».
Quella passione gli ha permesso di costruire una carriera che sembrava promettente. «Ho iniziato a lavorare come pianista per artisti famosi e, poco più che ventenne, provavo una felicità che non avevo mai conosciuto. Poi, un giorno, qualcuno ha notato che sapevo anche cantare. È così che sono arrivato a Sanremo e ho vinto», ha aggiunto, ricordando l’emozione e l’adrenalina dei suoi primi successi.
Il periodo buio della carriera
Dopo il trionfo, però, sono arrivate le difficoltà: «La fama, il denaro, e quella sensazione di onnipotenza che il successo porta con sé. Forse non ero preparato a tutto questo. Ho commesso errori, ferito persone che non lo meritavano, e probabilmente mi sono comportato in modo arrogante con figure importanti del mondo dello spettacolo». Quell’eccessiva fiducia in se stesso l’ha portato ad acquistare macchine di lusso e a vivere come se tutto potesse durare per sempre.
Ma presto, racconta, «tutto è precipitato, quando nell’ambiente hanno iniziato a girare voci diffamatorie su di me. Frasi come “porta sfortuna” o “emana energie negative” iniziarono a circolare, proprio come era già accaduto in passato con una grande artista che, tormentata da accuse simili, aveva scelto di togliersi la vita». La carriera di Masini è stata così bruscamente interrotta: si è ritrovato senza contratti discografici, nessuna apparizione televisiva, e i concerti si sono progressivamente ridotti fino a scomparire. Questa fase buia lo ha spinto a prendere una decisione drastica: abbandonare tutto.
La strada verso la rinascita
Ma a quel punto, racconta, «ero di nuovo al punto di partenza, io, un dolore, e il mio pianoforte». È stato proprio questo ritorno alle origini, alla sua più autentica passione, a far rinascere in lui il desiderio di fare musica. Masini ha spiegato come, attraverso questa fase di introspezione, abbia ritrovato il piacere di comporre, di scrivere e di raccontare storie. «Sono tornato a Sanremo, e ho vinto di nuovo, ma questa volta era diverso. Era come avere un’altra chance, un secondo rigore dopo aver sbagliato il primo», ha confessato.
Ora, per lui, il successo non è più legato ai numeri o ai trofei, ma alla soddisfazione di fare ciò che ama davvero, con un senso di gratitudine che non aveva mai provato prima: «Quando comprendi che ciò che conta davvero non sono i dischi venduti o i premi, ma la passione che ti guida, allora quel rigore, stavolta, lo segnerai. Con un po’ di fortuna».
Un messaggio di speranza
La testimonianza di Marco Masini è un potente messaggio per chiunque si senta schiacciato da pregiudizi o difficoltà. La sua esperienza dimostra che, nonostante i momenti difficili e le critiche, è possibile ritrovare la propria strada e rinascere più forti di prima. Il monologo, molto apprezzato dal pubblico, ha mostrato l’artista in una luce sincera e vulnerabile, capace di rispondere alle avversità e di trovare nuovi motivi per continuare a creare.