Marina Berlusconi contro Report: “Accuse calunniose, mio padre in prima linea contro la mafia”

Marina Berlusconi, la primogenita di Silvio Berlusconi, ha duramente criticato il servizio di Report trasmesso su Rai 3 il 12 gennaio, che si concentrava sul presunto legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa Nostra.

In una nota ufficiale, Marina ha definito il programma come “il peggior pattume mediatico-giudiziario”, accusando la trasmissione di alimentare false accuse e di aver dato spazio a voci screditate. Inoltre, ha annunciato l’intenzione di intraprendere azioni legali per difendere l’onore della sua famiglia.

Nel comunicato, Marina ha sottolineato che Report ha riproposto accuse ormai infondate, già smentite in più occasioni dai tribunali italiani, con un lavoro che ha rielaborato vecchie e falsificate informazioni, alcune delle quali risalenti a più di vent’anni fa.

La figlia dell’ex presidente del Consiglio ha aggiunto che, nonostante le ripetute archiviazioni delle indagini, la trasmissione ha continuato a riesumare le accuse relative a una presunta vicinanza di Silvio Berlusconi alla criminalità organizzata, gettando discredito su di lui senza basi concrete.

Marina ha proseguito affermando che tutte le accuse mosse contro il padre erano “totalmente false” e non avevano portato a nulla, evidenziando che persino un’inchiesta riaperta a Firenze dopo numerosi archiviamenti era destinata a fallire.

La presidente di Mondadori ha quindi ribadito che Silvio Berlusconi ha sempre combattuto contro la mafia e che i suoi governi hanno introdotto leggi decisive contro la criminalità organizzata, come il 41 bis (carcere duro per i boss) nel 2002, la creazione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati ai mafiosi nel 2010 e il primo Codice antimafia nel 2011.

Infine, Marina ha concluso con un attacco deciso alla trasmissione, accusandola di disprezzare la verità e di danneggiare non solo la memoria di suo padre, ma anche chiunque avrebbe diritto a un’informazione corretta e basata sui fatti, criticando duramente quello che considera un disservizio pubblico.