Le Olimpiadi del 2026 rappresentano un evento globale di portata straordinaria, celebrato per lo spirito sportivo e l’inclusione.
Tuttavia, dietro il velo di entusiasmo e competizione, emergono questioni ambientali che sollevano dubbi e preoccupazioni.
Una di queste controversie riguarda l’abbattimento di 500 larici secolari per la costruzione di una pista da bob. Analizziamo da vicino questa situazione e riflettiamo sulle implicazioni ambientali.
Il cantiere è stato avviato il 21 febbraio e circa 200 lavoratori sono coinvolti nell’operazione. I tempi per il completamento dei lavori sono estremamente stretti, con la fine prevista entro marzo dell’anno successivo, e i costi per il progetto continuano a crescere.
Inizialmente, il progetto prevedeva la ristrutturazione dell’impianto “Eugenio Monti”, una pista da bob chiusa dal 2008, con un budget di circa 49 milioni di euro. Non ci sarebbe stato alcun abbattimento di alberi, i costi sarebbero stati limitati, rappresentando un’ottima opportunità per rinnovare la già esistente pista olimpica.
Tuttavia, con l’approvazione di Matteo Salvini e Luca Zaia, si è optato per una diversa direzione. Sono stati stanziati 85 milioni per la costruzione di una nuova e luccicante infrastruttura, destinata, come spesso accade, a essere abbandonata dopo la fine dei giochi olimpici.
Ma i fondi sono sempre insufficienti, e quindi la somma complessiva è salita nuovamente: da 118 milioni a una cifra attuale di circa 124 milioni di euro, salvo imprevisti.
Le proteste dei gruppi ambientalisti, le denunce alla Procura e il parere negativo del Comitato Olimpico Internazionale sono state vane. Il CIO ha definito il progetto un’inutile e dannosa interferenza nell’ambiente.
È evidente fin da subito la contraddizione tra l’abbattimento dei larici secolari e l’ideologia ecologica che da anni ci viene presentata.
Come osserva Giacomo Del Pio Luogo, di Pro Italia Treviso:
“La bellezza viene oggi sacrificata in ogni sua forma sull’altare dell’apparenza, dell’innovazione fine a sé stessa, della frenesia del nuovo che relega al dimenticato ciò che è antico, consolidato, profondo. Una frenetica corsa verso una meta che si dissolve nel momento stesso in cui viene raggiunta. Viviamo in un mondo che, mentre ci predica costantemente le liturgie della nuova religione ‘green’, non ci pensa un secondo a sacrificare sull’altare degli interessi economici e politici un patrimonio storico e naturalistico di inestimabile valore”.
Alcuni sostengono che l’abbattimento dei larici centenari sia normale nella gestione forestale, dato che il “turno” di coltivazione di questa specie spesso supera i 120-150 anni.
Ma la questione persiste ed è il motivo per cui quei larici stanno per essere abbattuti. È un sacrificio che porterà vantaggi a pochi e uno spreco di denaro pubblico. Si poteva evitare? Crediamo di sì.
Contesto Ambientale
I larici secolari, simbolo di maestosità e longevità, sono al centro di una controversia ambientale legata alle Olimpiadi invernali del 2026.
La necessità di costruire una pista da bob ha portato alla decisione di abbattere 500 di questi alberi secolari, sollevando critiche da parte di ambientalisti e sostenitori della conservazione della biodiversità.
Critiche e Preoccupazioni
Perdita di Biodiversità: Gli alberi secolari rappresentano ecosistemi complessi che supportano una vasta gamma di flora e fauna. La loro distruzione per fare spazio a infrastrutture sportive può portare a una significativa perdita di biodiversità.
Impatto sull’Ecosistema: L’abbattimento di 500 larici secolari non influisce solo sulla biodiversità, ma può anche alterare l’equilibrio ecologico locale. Gli alberi contribuiscono alla purificazione dell’aria, all’assorbimento del carbonio e all’habitat per numerose specie.
Sostenibilità delle Olimpiadi: Le Olimpiadi moderne si impegnano a promuovere la sostenibilità e l’ecologia. Tuttavia, l’abbattimento massivo di alberi secolari solleva dubbi sulla coerenza tra gli ideali olimpici e le azioni concrete.
Alternative Sostenibili: La questione solleva la necessità di esplorare alternative più sostenibili nella progettazione delle infrastrutture olimpiche. La ricerca di soluzioni che minimizzino l’impatto ambientale dovrebbe essere una priorità.
Riflessioni sul Futuro
Mentre le Olimpiadi del 2026 promettono emozioni sportive e momenti di gloria, è cruciale considerare l’impatto ambientale delle decisioni legate all’organizzazione dell’evento.
La riflessione sulle alternative sostenibili, la conservazione della biodiversità e la promozione di pratiche ecologiche dovrebbero essere al centro di tali iniziative.
La storia degli alberi secolari abbattuti per fare spazio a una pista da bob ci invita a interrogarci sul bilancio tra lo sviluppo umano e la preservazione dell’ambiente.
La sfida sta nell’equilibrio, nell’identificare soluzioni che consentano lo svolgimento di eventi come le Olimpiadi senza compromettere irrimediabilmente il nostro patrimonio naturale. Il dibattito aperto su queste questioni può guidare verso scelte più consapevoli e sostenibili per le Olimpiadi future e altre manifestazioni di portata globale.