Polli broiler, perché dovremmo evitare di mangiarli

Sebbene la carne di pollo sia universalmente diffusa come alimento, potrebbe non essere ampiamente conosciuto che la maggior parte di essa proviene da allevamenti intensivi. Tra questi, sono presenti i polli broiler, appositamente selezionati per la produzione di carne, ma la cui crescita accelera è fonte di preoccupazione. Esaminiamo più da vicino chi sono i polli broiler e come possiamo evitarne l’acquisto.

Polli broiler: una realtà poco nota

Probabilmente tutti abbiamo visto i caratteristici polli bianchi con cresta rossa e pelle gialla, il risultato di incroci mirati per massimizzare la produzione e mantenere bassi i costi. Questi sono i polli broiler, la varietà più comune: in Italia, ad esempio, costituiscono il 98% della produzione di polli. Ma cosa significa esattamente?

Il pollo broiler è una razza di pollo geneticamente modificata per crescere più rapidamente del normale, il che comporta notevoli sofferenze per gli animali. Questo tipo di allevamento, che coinvolge gli esemplari di Gallus gallus domesticus, ha avuto origine negli anni ’30 e ha visto un notevole miglioramento delle tecniche di crescita negli anni ’60.

La crescente domanda di carne ha spinto gli allevatori a creare incroci genetici che garantiscano una crescita rapida per soddisfare le esigenze del mercato. Nel corso degli anni, tali pratiche hanno portato a un tasso di crescita che supera il 400% rispetto ai metodi tradizionali di allevamento.

Considerando gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente, evitare il consumo di polli broiler può essere una scelta consapevole e sostenibile. Optare per alternative più salutari e sostenibili può non solo beneficiare la nostra salute, ma anche contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’industria avicola.