Una recente epidemia di polmoniti in Cina ha destato preoccupazione a livello internazionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inviato una richiesta ufficiale a Pechino per ottenere informazioni dettagliate su un incremento preoccupante di malattie respiratorie e focolai di polmonite, particolarmente rilevanti nei bambini. Gli esperti si interrogano sulle cause di questa improvvisa ondata di malattie.
Secondo Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, comprendere le cause di queste polmoniti in Cina è un compito complesso. Remuzzi nota che i medici sono competenti, ma ci sono dinamiche politiche che rendono difficile l’accesso alle informazioni.
L’esperto sottolinea che è improbabile che le autorità cinesi non sappiano la causa delle polmoniti, ma ciò che manca sono le informazioni fornite. Remuzzi ipotizza che i lunghi lockdown possano aver reso più vulnerabile il sistema immunitario dei bambini.
Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia (SIV-ISV), esprime preoccupazione per il boom di infezioni respiratorie tra i bambini in Cina. Caruso sottolinea che tale fenomeno è fuori dall’ordinario e potrebbe indicare la presenza di qualcosa di nuovo nell’ambiente.
Anche se al momento non sembra esserci un alto tasso di mortalità, gli esperti ritengono che sia ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive.
Le autorità sanitarie di Pechino hanno dichiarato che l’epidemia è dovuta a una combinazione di agenti patogeni, identificando il rinovirus, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e l’influenza stagionale come i più rilevanti nella popolazione generale.
Negli bambini, l’adenovirus, il RSV e l’influenza stagionale sono stati identificati come i più comuni. Si è evidenziato che oltre il 40% dei pazienti presenta sintomi legati al ceppo H3N2 dell’influenza stagionale.
Gli esperti cinesi hanno sottolineato l’importanza della vaccinazione, soprattutto per le categorie più vulnerabili, indicando che i vaccini possono offrire protezione contro il ceppo H3N2.