“Quella frase è inaccettabile!”. Bufera su Lucio Corsi: il testo della sua canzone scatena l’ira!

Lucio Corsi al centro della polemica: il testo di “Altalena Boy” divide l’opinione pubblica

Anche il pacifico e riservato Lucio Corsi si trova improvvisamente al centro di una controversia che sta infiammando il dibattito pubblico. Il cantautore, che ha conquistato il secondo posto al Festival di Sanremo 2025, è finito nell’occhio del ciclone a causa di un verso contenuto in una sua vecchia canzone, “Altalena Boy”. Nel testo si trova un passaggio che ha scatenato numerose reazioni: “C’è chi dice: ‘L’hanno preso gli zingari e l’han portato in un campo fuori Roma’. C’è chi dice: ‘L’hanno preso gli alberi, l’hanno nascosto nella chioma’.”

Queste parole hanno generato indignazione, soprattutto all’interno della comunità rom, che ha ritenuto il termine “zingari” offensivo e il riferimento alla presunta sottrazione di bambini un pericoloso stereotipo. Tra le voci critiche si è levata quella di Rašid Nikolić, marionettista e attivista, che ha deciso di indirizzare una lettera aperta a Lucio Corsi. La sua posizione è stata condivisa anche da altre figure di spicco come il violinista Gennaro Spinelli e Alexian Santino, presidente dell’associazione culturale Thèm Romanò.

Nikolić ha puntato il dito contro l’uso del termine “zingari”, sottolineando come possa contribuire a rafforzare pregiudizi storici e discriminazioni contro la comunità rom. Inoltre, ha espresso particolare preoccupazione per il fatto che la canzone, con il suo tono giocoso e fiabesco, possa alimentare involontariamente vecchi stereotipi legati al rapimento di bambini. In una richiesta pubblica, ha chiesto a Lucio Corsi di prendere provvedimenti concreti, come la modifica del testo o il ritiro della canzone dalle piattaforme musicali.

La polemica ha rapidamente preso piede sui social network, accendendo un acceso dibattito tra chi difende la libertà artistica e chi sottolinea l’importanza della responsabilità culturale. La vicenda è approdata anche nei talk show televisivi, dove esperti e opinionisti si sono divisi tra chi considera eccessive le critiche e chi invece ritiene necessario un ripensamento del brano.

Di seguito, il testo integrale della lettera aperta inviata a Lucio Corsi:

Oggetto: Richiesta di rettifica e sensibilizzazione riguardo alla canzone Altalena Boy

Gentile Lucio Corsi,

Le scrivo in merito alla sua canzone “Altalena Boy”, il cui testo ha destato forti preoccupazioni all’interno della comunità rom e tra coloro che si impegnano per il rispetto della nostra identità. L’utilizzo del termine “zingaro” è ritenuto offensivo e richiama periodi bui della nostra storia, quando il popolo rom fu schiavizzato per 500 anni nei principati danubiani. Inoltre, la frase contenuta nella sua canzone perpetua il falso stereotipo secondo cui i rom ruberebbero i bambini, un pregiudizio che ha avuto conseguenze discriminatorie e violente sulla nostra comunità.

Questo mito ha radici storiche profonde ed è stato utilizzato per giustificare persecuzioni, discriminazioni e atti di violenza. La sua diffusione in un brano dal tono giocoso e fiabesco rischia di normalizzare un’idea dannosa e di consolidare pregiudizi che ancora oggi alimentano odio e discriminazione.

La musica ha un impatto culturale significativo, soprattutto quando trasmessa a un pubblico vasto e giovane. Per questo, riteniamo necessario un atto di responsabilità. Chiediamo quindi di prendere provvedimenti concreti per rimediare alla situazione, attraverso i seguenti punti:

  • Dichiarazione pubblica in cui si riconosce il problema e si prende l’impegno a evitare la diffusione di stereotipi dannosi.
  • Modifica o ritiro della canzone, con l’eliminazione del riferimento ai rom o, in alternativa, la cessazione della sua diffusione.
  • Incontro di sensibilizzazione con esponenti della nostra comunità per approfondire il tema e comprendere meglio l’impatto di certe narrazioni.
  • Sostegno a campagne di sensibilizzazione contro i pregiudizi sul popolo rom.

Siamo disponibili a un confronto costruttivo e ci auguriamo che questa situazione possa trasformarsi in un’opportunità per promuovere una cultura di rispetto e inclusione. Viviamo in un’epoca in cui l’accesso alle informazioni è immediato e la consapevolezza storica è fondamentale. La perpetuazione di stereotipi, anche inconsapevole, ha conseguenze reali e richiede una riflessione profonda.

In attesa di un suo riscontro, porgiamo distinti saluti.

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