Raoul Bova, il rapporto shock con il padre: “Era un’ossessione, il cinema mi ha salvato”

Raoul Bova ha recentemente condiviso con l’ANSA alcuni aspetti profondamente personali della sua vita, parlando delle elevate pressioni e aspettative che suo padre e il suo allenatore di nuoto avevano su di lui.

Nonostante in passato avesse affermato: “Spero di essere un papà come lo è stato lui con me”, il loro rapporto non è sempre stato così sereno. L’attore, recentemente visto nella commedia Netflix “Pensati Sexy” accanto a Diana Del Bufalo, ha raccontato delle difficoltà che ha vissuto durante il periodo in cui aspirava a diventare un grande nuotatore.

Le Dichiarazioni di Raoul Bova sul Padre

Le dinamiche familiari sono spesso complesse e, come molti, Raoul Bova ha vissuto momenti difficili. Nell’intervista all’ANSA, ha descritto uno dei periodi più duri della sua vita, quando il nuoto non era più una passione ma una gabbia:

“Il destino che avevo progettato, quello di campione di nuoto, si è infranto sotto il peso di tutte quelle aspettative mie, di mio padre, del mio allenatore. Avevo bisogno di supporto più morale che fisico, la voglia di gareggiare era un’ossessione, soffrivo il giudizio, quell’ansia incredibile, ci sono voluti anni per riappropriarmi dello sport come gioia. Era una gabbia dalla quale scappare ma avevo paura di deludere soprattutto mio padre. Dopo aver perso la gara della vita ho abbandonato, mi ha salvato il cinema”.

Il Cinema come Salvezza

“Il cinema mi ha salvato la vita”, ha dichiarato Bova, ricordando con affetto l’incontro con Lina Wertmüller. Durante un’intervista con Repubblica, ha raccontato come la sua carriera cinematografica sia iniziata quasi per caso: “Conobbi Lina Wertmüller un po’ per caso perché un giorno stavo accompagnando la mia compagna, all’epoca Romina Mondello, a un provino e lei mi vide e mi chiese ‘Ma cosa stai facendo tu in questo momento?’ e io le dissi che non stavo lavorando e quindi mi prese per recitare in ‘Ninfa Plebea’.

Lei cercava un ragazzo napoletano ma io non lo conoscevo, quindi, mi fece fare un corso di napoletano e devo dire che lei per me è stata un momento di grande scuola, di grande cinema. Lei era attentissima all’estetica, alle luci, a tutto.

Mi ricordo che una volta, fece cambiare tutte le luci del set perché non mi si vedevano bene gli occhi. Lina mi insegnò a baciare perché il bacio era una cosa allo stesso tempo molto cinematografica ma anche delicata, se non si bacia in maniera corretta si può anche rovinare la scena. Mi diceva sempre che doveva essere semplice: sono andato a scuola di bacio da lei!”

I Consigli di Annamaria Bernardini De Pace sull’Eredità

In un altro contesto, Annamaria Bernardini De Pace, madre di Chiara Giordano ed ex suocera di Raoul Bova, ha condiviso alcuni consigli sulla gestione dell’eredità durante un’intervista con il Corriere della Sera. Commentando il caso di Reinhold Messner, ha detto:

“Le donazioni in vita dei genitori ai figli sono scelte da non fare mai, perché o la fai uguale a tutti i figli o in fase di successione e apertura del testamento succede un casino. E perché i figli, se gli dai tutto prima di morire, poi se ne fregano di te e non ti assistono. Non è che tutti i figli sono meravigliosi. Come non lo sono tutti i genitori”. Ha aggiunto che non è obbligatorio lasciare un’eredità: “Non siete obbligati a lasciare un’eredità, potete spendere tutto. Le persone non lo sanno, credono di avere l’obbligo di lasciare soldi, case, beni”.