Scomparsa Kata, possibile svolta durante le perquisizioni: sentiti due fratelli italiani

Giovedì 29 giugno sono state condotte operazioni di ricerca nel tentativo di trovare tracce del piccolo Kata. Sono state effettuate ricerche nei garage vicini e nell’edificio che ospitava l’Hotel Astoria.

Gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione sui locali di un’attività commerciale adiacente al cortile dell’hotel, dove avevano precedentemente prelevato campioni di DNA dai suoi occupanti.

Perquisizioni

Le perquisizioni di oggi sono state disposte dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal procuratore della Direzione distrettuale antimafia Christine Von Borries.

L’azienda indagata è gestita da due fratelli italiani, che sono stati perquisiti a titolo precauzionale. Si ipotizza che i fratelli possano aver nascosto la bambina per qualche ora dopo la sua scomparsa.

Sono state effettuate ulteriori perquisizioni anche a casa di un cittadino peruviano che, secondo le prime informazioni, non è formalmente indagato ma potrebbe essere coinvolto nel rapimento. Si tratterebbe di un parente della piccola Kata.

Gli sforzi per risolvere il mistero

Gli esperti hanno utilizzato strumenti ad alta tecnologia per indagare gli spazi complicati e angusti della Astor House e di altri siti.

È stato utilizzato un software per confrontare le immagini delle telecamere e trovare anche le più piccole anomalie.

I filmati delle venti telecamere che coprono l’area circostante l’hotel sono stati attentamente esaminati più volte negli ultimi giorni.

Dopo aver analizzato i filmati, la polizia è stata in grado di determinare una cronologia precisa degli ingressi prima e dopo la scomparsa del bambina. Ha identificato tutte le persone individuate in quel lasso di tempo.