Il Senato ha approvato il decreto che prevede la cessione dei crediti fiscali derivanti dal Superbonus e di altri bonus edilizi, su cui il governo aveva posto la fiducia.
Ci sono ancora sei mesi di tempo per ottenere il 110% sui lavori in casa, lo sconto in fattura e la cessione del credito. Chi deve installare una caldaia o nuovi infissi – e compensare i crediti incagliati con titoli di Stato – può ancora farlo.
Sono alcune delle novità introdotte dal Parlamento al decreto Superbonus che, dal 17 febbraio, ha bloccato i meccanismi di sconto e cessione per tutte le agevolazioni edilizie.
Introdotto inoltre un veicolo finanziario che vede impegnate le grandi società pubbliche, con Enel X in testa, e coinvolgerà anche banche e altre istituzioni finanziarie.Resta ancora da definire il tipo di strumento finanziario – di natura privatistica – che sbloccherà i prestiti incagliati per un ammontare stimato tra i 15 e i 19 miliardi di euro, fermo nei cassetti fiscali delle imprese esecutrici dei lavori e dei cittadini proprietari di immobili oggetto di interventi.
Diverse banche, nel frattempo, hanno ripreso ad acquistare prestiti sotto la spinta del governo. Sono anche rassicurate dalle nuove regole introdotte in un recente decreto che, delineando l’ambito della responsabilità solidale nei casi di frode, esclude dalla responsabilità i cessionari che possono provare di aver acquisito il credito e sono in possesso della documentazione idonea sulle opere da cui il credito origina.
Stop sconto in fattura e cessioni
La data a cui è stato dato peso legale rimane il 17 febbraio: dall’entrata in vigore del decreto, non è consentita alcuna operazione che permetta di effettuare lavori senza tirare fuori un euro dalla tasca.
Proprio le cessioni hanno infatti garantito ai bonus un successo indiscutibile ma hanno anche fatto lievitare i costi per lo Stato e proliferare le frodi.
Eccezioni: sismabonus e case popolari
Per la maggior parte, saranno esclusi dalle esenzioni solo i bonus offerti per l’eliminazione delle barriere architettoniche e quelli relativi a immobili danneggiati da alluvioni e terremoti.
Lo stop non si applicherà inoltre alle Iacp, onlus e cooperative di abitazione, alle cooperative di abitazione.