Vajont: 60 Anni Dopo il Disastro, I rischi in piena emergenza Climatica

Nel 1985, Alfred J. Hendron Jr. e Franklin D. Patton, due ingegneri del Dipartimento dell’Esercito degli Stati Uniti, paragonarono la tragedia del Vajont a una tragedia greca. Queste parole risuonano ancora oggi, soprattutto in considerazione dell’attuale emergenza climatica. Il geologo Mario Tozzi ha concesso un’intervista a Virgilio Notizie per discutere dell’importanza della prevenzione.

Uno degli approcci più toccanti alla tragedia di Longarone è stato il film “Vajont” del regista Marco Paolini, che ha sollevato la questione della responsabilità umana, andando oltre l’attribuzione del disastro a una “natura maligna”. Oggi, Paolini continua a esplorare questo tema con lo spettacolo “VajontS 23”, una serie di 600 rappresentazioni in Italia e nel mondo.

Il progetto, scritto in collaborazione con Marco Martinelli, è diventato un’azione corale di teatro civile, focalizzata sul futuro anziché sulla mera memoria e responsabilità. Paolini sottolinea che la storia del Vajont è una lezione di negligenze umane, e non solo una catastrofe naturale di sei minuti.

Mario Tozzi: Sensibilizzare sulla Prevenzione e Riflettere sugli Errori del Passato

Al Teatro Carcano di Milano, durante la rappresentazione di Marco Paolini, è stata inserita una lezione-spettacolo del geologo Mario Tozzi. In un’intervista a Virgilio Notizie, Tozzi ha spiegato che è fondamentale sensibilizzare sul tema della prevenzione e ha contestato l’idea di attribuire la tragedia del Vajont a una “natura matrigna e maligna”, sottolineando che parlare di responsabilità naturale non è corretto.

Marco Paolini ha sottolineato l’importanza di riflettere sugli errori commessi piuttosto che cercare colpe, evidenziando la complessità delle storie che compongono il nostro Paese. Tozzi è pienamente d’accordo, sottolineando che il disastro del Vajont è stato causato dagli interventi umani, non dalla natura.

La tragedia di Longarone ha insegnato che non esistono catastrofi naturali, ma eventi naturali che diventano catastrofici a causa delle azioni umane.

Tozzi sottolinea che tragedie simili si sono verificate in passato in Italia, spesso legate a interventi e costruzioni in zone a rischio. L’urbanizzazione e la costruzione di abitazioni in luoghi inappropriati hanno contribuito a queste tragedie.

L’Italia è notoriamente soggetta a rischi idrogeologici, ma la prevenzione è possibile solo se si adottano misure drastiche, come il ritiro da territori pericolosi e la rimozione di strutture in luoghi non idonei. Le opere non possono garantire la protezione totale.

Oltre alle azioni delle istituzioni e dei tecnici, i cittadini giocano un ruolo cruciale nella prevenzione. Tuttavia, è necessaria una maggiore cultura ambientale per promuovere azioni protettive.

I cambiamenti climatici aumentano i rischi legati al territorio, creando nuove sfide per la prevenzione e la gestione delle catastrofi.

Il disastro del Vajont del 9 ottobre 1963 rimane una delle peggiori tragedie nella storia italiana, con un’enorme perdita di vite umane e una lezione importante sull’importanza della prevenzione e della responsabilità umana.